
Composizione e attenzione alla direzione della luce, due aspetti fondamentali per scattare paesaggi innevati
Fu Napoleone Bonaparte, nel corso della sfortunata campagna di Russia, a coniare il termine “Generale Inverno”. Per il Corso, “Il Generale Inverno” fu un nemico imbattibile, per noi, invece può diventare un’incredibile alleato nel fornirci spunti per fotografie delle quali andare fieri.
La neve che sta cadendo in abbondanza in questi giorni su gran parte del nostro Paese è un ottimo banco di prova per le nostre velleità di immortalare i colori e le atmosfere dell’inverno. Per cui, bardiamoci per bene ed usciamo.
Batterie cariche al massimo Quando si decide di uscire al freddo è sempre bene ricordare che le batterie delle nostre reflex lo accusano anche più di noi. Il freddo ha un impatto decisamente negativo sulle batterie, riducendone prestazioni e durata. Per cui, quando decidiamo di uscire a fotografare nel gelo invernale, dotiamoci di batterie nuove, se ci è possibile, o quanto meno, assicuriamoci di affrontare le basse temperature con batterie cariche al 100%. Portiamoci inoltre almeno una batteria di riserva e, mentre siamo all’aperto, facciamo di conservarla in un posto sufficientemente caldo. Mettiamo in atto tutte le tattiche che ci possono aiutare a consumare di meno: spegnamo il visore o facciamone un uso parsimonioso, mettiamo a fuoco manualmente, evitiamo di utilizzare la messa a fuoco automatica continua, tenendo premuto a metà corsa il pulsante di scatto, disinseriamo i dispositivi per la stabilizzazione dell’immagine, se non necessari, spegniamo eventuali GPS, ed escludiamo la funzione di riduzione del rumore automatica. Si tratta di trucchetti spiccioli, ma possono fare la differenza, soprattutto in situazioni critiche con temperature davvero rigide.
Batterie al caldo, macchina al freddo No, non sono diventato pazzo, ma se per le batterie di scorta il mio consiglio è quello di tenerle in un posto caldo – le tasche interne del nostro giubbotto, ad esempio, vanno benissimo, per quanto riguarda la nostra macchina fotografica, dobbiamo evitare assolutamente di cadere nella tentazione di proteggerla dal freddo, infilandola magari sotto il piumino o sotto il cappotto. Gli sbalzi termici, tra il freddo dell’ambiente esterno e il caldo, per di più umido a causa del nostro corpo, che si trova sotto il nostro giubbotto può causare non pochi grattacapi, primo tra tutti la formazione di condensa sulle lenti e sul mirino, che potrebbe addirittura tradursi in fastidiose e anche pericolose ghiacciate, quando tireremo fuori nuovamente la macchina per scattare. Il mio consiglio è dunque quello di tenere la macchina fuori per tutto il tempo, anche se fa freddo. Il freddo, se la temperatura non è estrema, non influisce negativamente sulle prestazione della macchina – i modelli di questi anni sono garantiti per funzionare con una latitudine termica che va dagli 0° ai 40°, ma in realtà il range si estende, a seconda del modello, dai -15° ai 50°. Il vero nemico delle nostre macchine non è il freddo, bensì l’umidità e gli sbalzi termici. Quindi, batterie al caldo e macchina freddo.
Sovraesponiamo Non dimentichiamoci su cosa sono tarati gli esposimetri delle nostre macchine: sul grigio medio. Questo fa sì che, quando effettueremo la lettura esposimetrica della nostra scena (ad esempio un candido campo innevato), l’esposimetro ci fornirà un risultato non adeguato. Quasi sicuramente le scene invernali conterranno molto bianco (neve, ghiaccio, brina, ecc.) e l’esposimetro, indipendentemente dal prezzo della nostra macchina, cercherà di ridurre tutto quel bianco ad un grigio medio, col risultato di portarci a scattare foto nelle quali il candore della neve sarà più simile ad una distesa grigia. Per risolvere questo intoppo, non ci resta che sovraesporre. E allora osiamo e sovraesponiamo, ma con giudizio! Apriamo di 1 stop o di 1 stop 1/2 – o se, scattiamo in una modalità semi-automatica, compensiamo di 1 o 1,5 EV. Così facendo, riporteremo la neve al suo bianco naturale. Attenzione però a non esagerare. Se sovraesponiamo troppo, rischiamo di bruciare dettagli nelle alte luci e non ci sarà nessun santo della post-produzione in grado di intercedere per noi e di restituirci quanto perso.
Luce radente o controluce La neve è un ottimo riflettore e la sua composizione granulosa viene esaltata se illuminata da una luce radente. Aspettiamo che il sole scenda sull’orizzonte e facciamo in modo di inquadrare la scena con una luce laterale e radente, il campo innevato rivelerà una trama (texture) inaspettata e rifletterà i raggi del sole, conferendo forza alla scena. Con il sole basso, anche le ombre si allungheranno e contribuiranno a conferire tridimensionalità.
Luci e luci fredde Più ci avviciniamo alla sera e più la neve conferisce alla scena una tonalità bluastra. Cerchiamo dunque di includere fonti di luce più calde, come ad esempio lampioni o finestre illuminate, in modo da contrastare con fonti di luce calda la generale atmosfera fredda. Meglio la finestra di una casa (se non è un neon) che un lampione, perché la luce di certi lampioni potrebbe introdurre una dominante verdognola poco piacevole. Di solito, la luce di una finestra ci assicura un punto di calore molto piacevole invece.

Le luci (calde) degli addobbi dell’albero offrono un valido controcanto alla luce fredda della neve, che domina complessivamente la scena
Nella scelta del bilanciamento del bianco, evitiamo di compensare la dominante fredda, tipica soprattutto dei paesaggi innevati a partire dal tardo pomeriggio, scegliendo una temperatura alta. Le scene invernali con paesaggi innevati, nelle ore del tardo pomeriggio, presentano una luce la cui temperatura si aggira tra i 7000° K e gli 11000° K, ma se impostiamo il bilanciamento di conseguenza, cioè su valori alti, la nostra macchina introdurrebbe una dominante calda contraria, che avrà la colpa di azzerare l’atmosfera fredda della neve, producendo un risultato piuttosto discutibile dal punto di vista generale. Al contrario, abbassando troppo i gradi del bilanciamento, rischiaremmo di ottenere delle foto fin troppo bluastre ed irreali. Se proprio vogliamo intervenire… non facciamolo. Fidiamoci del bilanciamento automatico, per una volta. Ma se proprio non riuscissimo a farne a meno, il mio consiglio è quello di scattare con un bilanciamento del bianco attorno i 4000° K (per i modelli che non permettono di impostare i gradi Kelvin, consiglio il preset “fluorescenza”, a patto che per il nostro modello non sia impostato su una correzione molto fredda, ma più ci avviciniamo al crepuscolo e più consiglio di salire, per non cadere nella trappola blu. E allora vestiamo caldi, ma leggeri (meglio se con abiti tecnici) e non dimentichiamo i guanti… e usciamo, immortaliamo l’inverno. Il Generale Inverno è nostro alleato!
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