top of page

5 errori comuni a tutti i fotografi

Torno a parlare di errori, visto il successo del post precedente – 5 errori di chi inizia a fotografare (leggi qui)

Commettere errori è una pratica comune e non ci deve né spaventare, né tanto meno caricare di ansie sciocche. Errare umano est, sbagliare è umano, a patto che si riesca a riconoscere dove sbagliamo e si riesca a trarne beneficio.

Commettiamo quasi sempre gli stessi errori

È così, e, a parte i cinque che ho rubricato come errori di base e analizzato nel post precedente (leggi qui), a parte alcuni casi davvero unici, gli errori che, anche se vantiamo una certa esperienza, siamo portati a commettere, bene o male, sono quasi sempre gli stessi.

Errore 1 – Dimenticarsi di controllare i parametri impostati

Non ditemi che non vi è mai capitato! Fotografo da qualche decennio e, nonostante ciò, qualche volta cado vittima di quello che credo sia uno degli errori più comuni e diffusi tra i fotografi: lasciare la macchina impostata dalla volta precedente.

Quante volte, presi dalla fretta, abbiamo cominciato a scattare con la macchina ancora impostata con i parametri della sessione precedente e ce ne siamo resi conto soltanto dopo qualche scatto – quando ci ha detto bene? Qualche volta mi capita ancora – e m’incazzo, oltre che a darmi dell’idiota – ma non per questo è giusto perseverare.

Ogni volta che riprendiamo in mano la fotocamera ricordiamoci di passare in rassegna le varie impostazioni, sia quelle relative alla modalità di esposizione, sia quelle relative alla qualità dei file o all’autofocus.

Ecco una check list di base che potrebbe tornare utile:

  1. modalità di esposizione (completa, centrale o spot)

  2. qualità dell’immagine (L, M, S)

  3. formato dell’immagine (Raw, Tiff, JPEG)

  4. modalità di autofocus (continuo, singolo)

  5. valore degli ISO ed eventuale funzione di ISO automatici

  6. bilanciamento del bianco (per chi scatta in JPEG)

  7. compensazioni generali dell’esposizione

  8. compensazioni del flash

Voglio spendere due parole sulla compensazione. Questo sembra essere la croce di chi ha poca dimestichezza con quel tastino contrassegnato da un + e da un -. Non sapete quanta gente ho visto scattare intere card di foto sovraesposte di 2, 3, ma anche 4 stop, soltanto perché non si erano accorti che c’era impostata la compensazione. E quanta gente mi si è fatta sotto con aria minacciosa, facendomi notare che quanto andassi sbandierando sulla teoria dell’esposizione fosse praticamente una cazzata – forti soprattutto dei loro scatti sbagliati, perché compensati per sbaglio. O quanti ancora abbiano meditato di restituire la proprio macchina, appena acquistata, perché difettosa, dal momento che le bruciava tutte, nonostante loro avessero fatto tutto, ma proprio tutto quello che gli avevo appena finito di dire. E poi è bastato azzerare la compensazione che la teoria dell’esposizione è tornata ad essere un dogma e la loro macchina miracolosamente a funzionare. Ma come mai non ci fa caso quasi mai nessuno a quei mezzi triangolini bianchi e neri con un numerino dentro che compaiono nel mirino!?

tasto compensazione

Tasto per la compensazione dell’esposizione: trappola maledetta per molti fotografi, diciamo così, un po’ sbadati


Esistono alcune funzioni della fotocamera che, una volta spento, si resettano, altre (purtroppo) no, per cui può capitare che dopo una sessione che ha richiesto una serie di impostazioni particolari, spegniamo tutto e ci godiamo quanto scatto, per poi riaccendere, magari il giorno dopo, scordandosi completamente di quanto impostato precedentemente, e cominciare a scattare sans souci, salvo dare di matto quando la macchina fa cose strane.

A questo proposito, una seconda check list, in forma di domande, che dedico a chi smanetta un po’ di più, ma che non per questo si ricorda sempre di azzerare, provando a a suddividerle per aree:

PIGRIZIA

  1. ho azzerato la compensazione dell’esposizione?

HDR

  1. ho disinserito la modalità bracketing automatico?

FLASH

  1. il flash interno è in modalità normale o ho impostato la modalità commander?

  2. ho abilitato la possibilità di pilotare il flash oltre il tempo di x-sync?

  3. su che tendina ho impostato lo scatto del flash?

TIME LAPSE e STOP MOTION

  1. ho disinserito la funzione ISO automatici?

  2. ho disinserito la funzione riduzione automatica del rumore sulle pose lunghe )?

  3. ho disinserito la funzione scatti multipli?

  4. sto ancora scattando in JPEG?

Probabilmente pensandoci meglio o più a lungo salterebbero fuori altre dimenticanze comuni, non vogliatemene, mi fermo qui, sperando il senso di questo punto: ricordiamoci di controllare sempre i parametri della fotocamera, soprattutto se la volta prima abbiamo provato qualche cosa di particolare (fotografia notturna, time lapse, hdr o altro).

Errore 2 – Scegliere la modalita’ di scatto meno conveniente

Io scatto sempre in M! Lo so, lo so… lo ripeto tutte le volte, ma credetemi, scattare in M, cioè impostando la fotocamera in manuale e dunque intervenendo direttamente sia su diaframma, sia su tempo di posa, non è motivo di orgoglio, né tanto meno sinonimo di risultati migliori. Non è che chi scatta in M è più bravo, mettiamocelo pure nella testolina. Scatto in M perché è la modalità nella quale mi trovo meglio e nella quale riesco ad ottenere più rapidamente quello che cerco. Ma secondo voi, sono più rapido io, che scatto in M, e quindi devo tenere a bada due variabili e operare una scelta, o io, se scattassi in S o A, dove il parametro che conta è uno soltanto? Di certo, io nella seconda versione. Questo per dire cosa!? Per dire che esistono situazioni dove la rapidità di scatto è la caratteristica vincente, situazioni dove vedere, inquadrare, comporre, impostare e scattare devono praticamente coincidere – ad esempio nella fotografia sportiva o naturalista o in per strada. In questa situazione, l’errore più grave sarebbe presentarsi rallentati dalla modalità di scatto sbagliata, ad esempio la famigerata M.

Errore 3 – Scegliere la modalita’ di esposizione sbagliata

Nella maggior parte dei casi, le moderne fotocamere, offrono un’esposizione più che accettabile, se non addirittura perfetta, impostando la modalità di lettura che analizza la luminosità su tutta la scena inquadrata. Ci sono situazioni però che richiedono una lettura più precisa, più sofisticata, ad esempio ad un concerto, o in un teatro, o più semplicemente quando la disparità tra i valori di luminosità del soggetto, rispetto al resto, è molto elevata. In queste situazioni incapponirsi nel voler valutare l’esposizione su tutta la scena è soltanto una perdita di tempo, molto meglio passare alla misurazione spot. Proprio come sarebbe soltanto un errore grossolano insistere nel leggere l’esposizione in modalità spot, quando la situazione non è così estrema, nonostante presenti un certo contrasto o aree di luminosità diverse tra loro. Molto meglio affidarsi ad una lettura totale e lasciare che sia la fotocamera a smazzarsi la questione.

Errore 4 – Impostare la modalita’ di autofocus meno indicata

All’autofocus ho dedicato una serie di post (leggi qui e qui), quanto detto per la valutazione dell’esposizione, nell’errore 3, lo possiamo tenere buono anche per ciò che riguarda la messa a fuoco automatica. I modelli di fotocamere moderni offrono diverse modalità di autofocus, alcune di queste anche molto sofisticate, è fondamentale che, come direbbe Hemingway, nel momento della verità, la nostra macchina sia impostata con la modalità di autofocus corretta, ma soprattutto con il pattern di punti messa a fuoco migliore, perché non sempre siamo nelle condizioni di chiedere al soggetto che è venuto sfocato (per colpa nostra) di tornare a posare una seconda volta.

Errore 5 – Scattare a tutti i costi

Forse non si tratta di un vero errore, probabilmente è più una cattiva abitudine. Chi mi conosce e ha fotografato con me, sicuramente può confermare quante volte ripeta questa frase: se non è una buona foto, ma è un bel momento, goditi il momento e dimentica la foto.

Ci sono situazioni che dal punto di vista emotivo sono impagabili, ma che purtroppo, tradotte in uno scatto, al massimo contribuiscono a creare una fotografia mediocre. Il mio personalissimo punto di vista è quello di dimenticarsi la macchina fotografica e di godersi il momento e la situazione che il momento ci sta offrendo.

Un buon fotografo sa anche capire quando non vale la pena scattare, indipendentemente dai chilometri che ha macinato o dalle ore che ha strappato al suo riposo. Semplicemente, ci sono scene che non hanno nessun tipo di appeal fotografico ed è pressoché inutile insistere oltre ogni buon senso nel cercare di portare a casa uno straccio di risultato, lontanamente imparentato con la buona fotografia. Lo so, spesso è frustrante ed arrendersi non è facile. Magari ci abbiamo investito molto, emotivamente o fisicamente, ma dobbiamo imparare a farcene una ragione e a goderci quel momento, quella situazione, quella scena per quello che sono, anche se non sono nulla di fotogenico. In questi casi mi porto a casa uno scatto con l’iPhone, per il ricordo, o uno scatto rapido, giusto per dire c’ho provato, ma poi cerco di godermi il resto, che rischierei di rovinare, e magari per sempre, in quello che ho battezzato come accanimento fotografico.

Se ti è piaciuto questo post, potresti essere interessato a leggere anche:

  1. Un consiglio per diventare fotografi migliori

  2. 10 domande da porsi per fotografare meglio

  3. Altre 10 domande…

#hdr #erroricomuni #compensazione #erroridelfotografoamatoriale #imparareafotografare #principiante #erroriinfotografia #errori #WalterMeregalli #timelapse #consigli #fotografaremeglio

Articoli recenti
Archive
Search By Tags
Non ci sono ancora tag.
Follow Us
  • Facebook Basic Square
  • Twitter Basic Square
  • Google+ Basic Square
bottom of page