
Monaca tibetana in un caffè di Boudhanath a Kathmandu
Ed ecco il secondo appuntamento con il ritratto.
C’è forse una legge che ci obbliga a scattare ogni ritratto con il nostro soggetto che guarda dritto in macchina? Non mi pare. E dunque non poniamoci nessun tipo di scrupolo, scattiamo anche se il soggetto sta guardando altrove, anzi, qualche volta possiamo incoraggiare la cosa.
Un soggetto che guarda in macchina, per una serie di motivi che piantano le loro radici nella psicologia, cattura immediatamente l’attenzione di chi guarda, ma questo non significa che non si possa ottenere un buon ritratto con il soggetto che guarda altrove.
Lo sguardo lontano suggerisce mistero – e come se il nostro soggetto si sottraesse all’occhio di chi guarda, celasse qualcosa, il che può anche renderlo più interessante.
Se scegliamo di ritrarre un soggetto che non guarda in macchina, una composizione adatta può aiutarci ad ottenere uno scatto più interessante. Nella foto che ho usato in apertura ho scelto di costruire lo scatto sulla diagonale, assecondando e sottolineando la direzione dello sguardo del soggetto alto/basso sinistra/destra. Anche la direzione della luce, incontro allo sguardo, aiuta a rendere lo scatto ben equilibrato.
Visto!? Non è sempre necessario che il soggetto guardi in macchina per ottenere un buon ritratto.
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