
Chiamiamo luce “spot” quella luce molto concentrata che arriva dall’alto e che illumina una piccola area della scena, dove si trova il soggetto, lasciando di solito buio il resto dell’inquadratura.
Questo tipo di illuminazione è molto teatrale e spesso ci regala scatti davvero interessanti, per questo motivo facciamoci trovare pronti.
Come esporre? In una situazione con luce spot, misuriamo l’esposizione leggendo la luce nell’area chiara dell’inquadratura – dove cade cioè il piccolo spot di luce. Impoostiamo la modalità di lettura spot (scusate il gioco di parole), quella ciò che legge soltanto una piccolissima porzione di inquadratura, impostiamo la coppia tempo/diaframma consigliata e scattiamo. In questo modo il resto dell’inquadratura risulterà sottoesposto, caratteristica tipica degli scatti con luce a spot. Se la nostra macchina non dispone della modalità d’esposizione spot, impostiamo la modalità a lettura centrale, puntiamo nell’area chiara, leggiamo la luce, e PRIMA DI RICOMPORRE, usiamo il tasto per bloccare l’esposizione.
Naturalmente esponendo per l’area chiara della scena, otterremo uno scatto fortemente sottoesposto – ma questo è ciò che vogliamo – dobbiamo decidere se mandarlo a nero completo o mantenere qualche dettaglio. Questa scelta dipende dalla scena e dal tipo di scatto che intendiamo fare.
Niente ansia. La luce a taglio dall’alto, luce spot, offre scene molto interessanti, a volte non dura molto, FACCIAMOCI TROVARE PRONTI, tenendo presente che molto spesso saremo costretti a lavorare con la macchina impostata in manuale. Non facciamoci però cogliere dall’ansia e non sottovalutiamo l’aspetto compositivo, COMPONIAMO CON CURA, ma soprattutto, dal momento che molta parte dell’inquadratura sarà pressoché nera, aspettiamo di cogliere un gesto significativo o una posa importante da parte del soggetto principale (che cade illuminato dalla luce spot).
Nella foto che ho scelto per aprire – scattata nel quartier di Ram Nagar a Delhi, la differenza di stop tra le alte luci e le aree buie non era elevatissima (4/5 stop circa) e la macchina è riuscita comunque a registrare alcuni dettagli dell’ambiente. Ho scattato componendo con cura sulla diagonale, in modo da sottolineare la posa che aveva assunto il vecchio e ho atteso che alzasse il libro che teneva in mano, in modo che si potesse vedere chiaramente cosa stesse facendo. Click. Fatto!
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