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Come l’esposimetro vede il mondo

L’esposimetro, questo sconosciuto! Molti di noi non hanno ancora ben chiaro la differenza tra come vediamo noi il mondo (la luce) e come la vede l’esposimetro della nostra fotocamera. Imparare a farlo è garanzia di fotografie migliori.

A cosa serve l’esposimetro

L’esposimetro ha il compito di misurare la luminosità di una scena, ne esistono di due tipi: a luce incidente e a luce riflessa. Senza dilungarci sulle differenze tra i due, cerchiamo di capire quello che è montato all’interno di una fotocamera, e cioè a luce riflessa. Il dispositivo misura la luminosità della scena e fornisce una coppia tempo di esposizione e diaframma, rapportatati ad un dato valore di sensibilità del sensore, secondo i quali è possibile esporre correttamente una scena. Piuttosto semplice, no!? Peccato che nella semplicità della descrizione si celi il trabocchetto. Tutto si nasconde dietro quel correttamente. Infatti, quello che l’esposimetro della macchina fotografica considera “corretto” non è per nulla detto che corrisponda a quello che noi consideriamo esserlo. Ecco perché ritengo assolutamente necessario capire bene su cosa si basi l’esposimetro per valutare la lettura della luminosità della scena inquadrata. Leggi la definizione di esposimetro di Wikipedia.

Come valuta la luce un esposimetro

La “vita” di un esposimetro è molto grigia. Passatemi la battuta, ma forse in questo modo riusciamo a fare nostro il concetto alla base del funzionamento e delle misurazioni di un esposimetro. Quando puntiamo il nostro esposimetro su un fiore rosso, “lui” lo vede grigio, così come quando lo puntiamo su un prato verde, che, ancora una volta, lui vede grigio. In questo mondo grigio, il nostro esposimetro è tarato per riportare tutto ad un valore medio. Infatti la coppia tempo/diaframma che l’esposimetro indica corretta è quella, se impostata, riporta la luminosità della scena pari ad un grigio medio.

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Buddha di Hemis – Ladakh. Ecco un esempio di come l’esposimetro sia in grado di farci esporre per come vediamo esattamente la scena. In questo caso quasi tutti i toni sono riconducibili al tono medio e la misurazione dell’esposimetro risulta assolutamente in sintonia con la scena reale.


Tutti gli esposimetri sono infatti tarati per restituire una coppia tempo/diaframma affinché la luminosità media della scena venga ricondotta ad una particolare tonalità di grigio, il famoso “grigio medio” – a metà strada tra il bianco e il nero. Si tratta di un sistema, a suo modo, infallibile e se proviamo ad inquadrare e a misurare soggetti effettivamente “medi” – cioè né troppo scuri, né troppo chiari – vedremo che la misurazione si dimostrerà più che efficace e l’esposizione della nostra scena “corretta”.

Capito il funzionamento dell’esposimetro, sarà poi molto più semplice per noi raggiungere l’esposizione desiderata, partendo dalla misurazione che ci viene fornita dal dispositivo. Basterà infatti ricordarsi che la misurazione che ci torna l’esposimetro altro non è che la misurazione per esporre per un grigio medio e il gioco è fatto.

Cosa fare con scene o soggetti piu’ scuri

Se la scena, nella realtà, è decisamente più scura di un grigio medio, dovremo compensare in negativo la misurazione fornita dalla fotocamera, sottoespoendo, perché il dispositivo, tarato per raggiungere un risultato più chiaro, ci proporrà una serie di coppie tempo/diaframmi che renderebbero la scena più sbiadita. Ad esempio, se ci troviamo in una chiesa e intendiamo riportare l’atmosfera reale, dovremo chiudere, evitando così di ottenere la scena slavata.

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Abluzione sacra sul Gange – Varanasi. La scena era più scura e per preservare l’atmosfera reale ed evitare di ottenere uno scatto “slavato” ho sottoesposto di uno stop.


Cosa fare con scene o soggetti piu’ chiari

Al contrario, con scene o soggetti più chiari di un grigio medio, dovremo compensare in positivo la misurazione fornita dall’esposimetro, sovaraespoendo, perché il dispositivo, tarato per raggiungere un risultato più scuro, ci proporrà una serie di coppie tempo/diaframmi che renderebbero la scena più cupa. Ad esempio, se ci troviamo su un campo innevato e intendiamo riportare l’atmosfera reale, dovremo aprire, evitando così di ottenere la neve grigiasta, anziché bianca.

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Nel palazzo del maharaja di Jaipur. La scena era più chiara di un grigio medio e per ottenere un’esposizione corretta (secondo il mio gusto) ho sovraesposto rispetto alla coppia tempo/daiframma proposta dall’esposimetro


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