C’è vita oltre la regola dei terzi! E più di quanta creda di trovarne la NASA su Marte.
Sebbene la regola dei terzi rappresenti un po’ il porto sicuro per tutti i fotografi, prendete per buone le mie parole, spesso spingersi oltre apre scenari creativi che concorrono a scattare fotografia con un appeal decisamente maggiore.
Superiamo la regola dei terzi
Quando spiego le basi della composizione, nel corso dei miei workshop, sono solito descrivere la regola dei terzi come la madre di tutte le regole – clicca qui per la definizione. È semplice, intuitiva e ci risolve rapidamente qualsiasi empasse legato all’inquadratura.
Ma la fotografia è anche creatività e legare a doppio capo tutte le nostre inquadrature alla regola dei terzi finisce con il rendere il nostro approccio un tantino ripetitivo.
Se promettiamo a noi stessi di non abbandonarci alla pigrizia, possiamo superare la regola dei terzi ed affidare la nostra composizione a strumenti un tantino più sofisticati, che, se applicati con intelligenza riusciranno a ridare ai nostri scatti quel guizzo creativo che l’abuso dei terzi potrebbe aver messo a rischio.
Come?
Ad esempio imparando ad usare le linee guida o, per esempio, arrangiando gli elementi all’interno della scena secondo un ordine o usando il colore.
Ma andiamo per gradi…
Che cos’è la regola dei terzi
Non si può superare una regola se prima non la si conosce.
La regola dei terzi è un semplice, ma efficace, strumento di composizione che ci aiuta a bilanciare l’impatto visivo degli elementi presenti nella scena. Il postulato principale di questa regola ci esorta a suddividere l’inquadratura in tre terzi orizzontali e tre terzi verticali; le quattro intersezioni delle due linee orizzontali con le due linee verticali rappresentano i punti di forza dell’inquadratura, sui quali la regola ci consiglia di posizionare il soggetto principale della scena inquadrata.
Così facendo, otteniamo composizioni bilanciate, ma decisamente più dinamiche ed accattivanti di quanto saremmo riusciti a fare se avessimo posizionato il soggetto principale al centro dell’inquadratura.

Ecco come la regola dei terzi suddivide l’inquadratura. I punti cerchiati individuano i punti di forza, sui quali posizionare il soggetto
Vediamo ora un esempio pratico di composizione sui terzi:

© Walter Meregalli – La baita e le luci del nord. In questo scatto, ho posizionato il soggetto su terzi, ottenendo così una composizione bilanciata, ma più dinamica che se lo avessi piazzato al centro
Prima alternativa ai terzi: le linee guida
Nei miei workshop, la regola delle linee guida la introduco prima dei terzi, ma in questo caso la considero un eccellente alternativa compositiva per superare l’amatissima – ed inflazionata regola dei terzi.
Studiamo la scena e cerchiamo linee – reali o immaginarie – che sappiano guidare incontrovertibilmente l’occhio di chi guarda verso il nostro soggetto.
L’errore più comune a chi ha iniziato da poco e quello di fermarsi alle linee reali presenti nella scena e di sottovalutare i numerosissimi spunti offerti dalla prospettiva e dal fatto che la fotografia sia una rappresentazione bidimensionale della realtà.

© Walter Meregalli – Jeep nella bufera. La linea immaginaria del bordo della strada funziona come linea guida per l’occhio e porta direttamente al soggetto (la jeep).
Ecco un esempio pratico di composizione attraverso le linee guida (o di forza).

© Walter Meregalli – Ecco come il bordo della strada si trasforma in linea guida e si fa carico di portare a destinazione l’occhio di chi guarda
Oppure possiamo affidarci alla ripetizioni di elementi che fuggono in prospettiva:

© Walter Meregalli – La panchina solitaria del Taj – Le linee ideali delle colonne che si ripetono nel giardino del Taj Mahal creano uno scatto ricco di tensione

© Walter Meregalli – Ecco che la linea ideale formata dalle colonne in prospettiva si presta efficacemente per diventare una linea guida
Seconda alternativa ai terzi: incorniciare il soggetto
La regola vuole che un soggetto riprodotto all’interno di una cornice venga esaltato e staccato dal resto dell’inquadratura.
Anche in questo caso, non è necessario che cerchiamo ogni volta di incorniciare realmente il nostro soggetto (pena cadere nel posticcio), ma bensì di organizzare gli elementi della scena in modo che suggeriscano una cornice ideale.

© Walter Meregalli – Framed Taj È possibile andare oltre la solita inquadratura ed è possibile usare la ripetizione delle volte per incorniciare la cupola del Taj Mahal.

Il tronco dell’albero e i suoi rami, assieme alla linea dell’orizzonte, formano una cornice ideale per il nostro soggetto.

© Walter Meregalli – Nel palazzo del maharaja di Jaipur. Le linee tracciate dall’ombra costruiscono con il perimetro reale dei muri una cornice capace di isolare ed esaltare il soggetto.
Terza alternativa ai terzi: usiamo il colore
Pochi di noi comprendono fino in fondo la forza evocativa e compositiva del colore.
Comporre con il colore non è però un processo immediato, anzi, richiede un po’ di esperienza e qualche prova.
Per prima cosa dobbiamo avere molto ben presente come i colori interagiscono tra di loro e a questo proposito la ruota dei colori ci può venire incontro.

Cerchio o ruota dei colori.
Indichiamo come colori primari:
il ROSSO,
il BLU
il GIALLO.
Chiamiamo invece colori secondari:
il VIOLA,
l’ARANCIONE
il VERDE.
E per ultimo, indichiamo come colori terziari:
il ROSSO-VIOLETTO,
il ROSSO-ARANCIO,
il GIALLO-ARANCIO,
il GIALLO-VERDE, i
l BLU-VERDE
il BLU-VIOLA
Il massimo dinamismo lo si ottiene impiegando un colore primario e il suo diretto secondario, ad esempio il rosso e il verde.

Il rosso del papavero e il verde del campo: un esempio magnifico di composizione cromatica dinamica, che impiega un colore primario e il suo diretto secondario (rosso+verde)
Una combinazione molto forte, anche se meno dinamica della precedente è data dal combinare due colori primari, come ad esempio il blu e il giallo.

Giallo e blu (entrambi primari) danno origine ad una composizione cromatica meno dinamica
Accostando invece due colori adiacenti sulla ruota, un primario e un terziario o un secondario e un terziario, si ottiene una composizione cromatica molto meno dinamica, ma decisamente più armonica.

© Walter Meregalli – L’Umbria all’alba Ecco un esempio di armonia monocromatica. La palette dei colori si concentra su un secondario e un terziario, adiacenti sulla ruota dei colori (arancio e arancio-giallo) ed ecco che la composizione che ne risulta è molto armoniosa
Come avrete potuto capire, se riusciremo a vincere la noia o a spingerci fuori dalla nostra comfort zone, ci aspetta un universo di possibilità che può soltanto arricchire il nostro approccio fotografico.
Con questo non intendo dire che la regola dei terzi sia roba per principianti – fotografo da più di quarant’anni e continuo a posizionare i miei soggetti sui terzi… – ma soltanto una possibile alternativa o, se volessimo, un punto fermo dal quale partire con la costruzione delle nostre inquadrature, per poi muoverci verso soluzioni meno inflazionate.
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