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… e ora usiamo il diaframma

Abbiamo visto come, variando il tempo di posa, possiamo intervenire cattivamente sulle nostre foto. Ora proviamo a vedere come lavorando con il diaframma possiamo ottenere risultati molto diversi.

Come per il tempo di posa, anche il diaframma – o apertura – gioca un ruolo fondamentale nella creazione di immagini memorabili.

La capacità di controlla creativamente tempi e diaframmi è alla base di una buona tecnica fotografica.

Il diaframma è il dispositivo meccanico lamellare inserito all’interno dell’obiettivo che regola la quantità di luce che raggiunge il sensore – mi sembrava opportuno ripetere il concetto.

Per capire come il diaframma può modificare i risultati delle nostre fotografie è necessario introdurre un concetto fondamentale della fotografia: la profondità di campo.

Qui serve tutta la nostra attenzione, perché la profondità di campo è un concetto ostico, ma fondamentale.

La profondità di campo è il campo di nitidezza che si estende prima e dopo il punto di messa a fuoco. Cerchiamo di capire, quando mettiamo a fuoco su un soggetto, non importa se in automatico o manualmente, una porzione di inquadratura prima del nostro soggetto e dopo il nostro soggetto resta comunque a fuoco e degrada lentamente nello sfocato. L’estensione di questa zona – prima e dopo il punto di fuoco – su chiama profondità di campo. La profondità di campo è influenzata dalla focale dell’obiettivo che montiamo, dalla distanza della nostra macchina dal soggetto e – ta tan – dal diaframma che impieghiamo.

Giocare con la profondità di campo, controllare creativamente ciò che è a fuoco e ciò che è sfocato è un’arte della tecnica fotografica e, anche se ci costerà un po’ di fatica, faremmo bene ad imparare tutto quello che serve per controllare la profondità di campo.

C’è una diretta relazione tra apertura e profondità di campo, anche se la distanza del soggetto e la focale dell’obiettivo giocano il loro ruolo. Più apriamo il diaframma e minore è la profondità di campo, che vuol dire, più apriamo e meno cose abbiamo a fuoco. Questo aumenta con l’aumentare della focale dell’obiettivo e con il diminuire della distanza dal soggetto,

Confusi?! Ma no, dai…

Un teleobiettivo garantisce una profondità di campo ridotta, mentre un grandangolo, al contrario, offre una profondità di campo molto più ampia. A parità di focale, più il nostro soggetto è vicino e più è ridotta la profondità di campo. A parità di focale e di distanza dal soggetto, più imieghiamo un diaframma aperto e più e ridotta la profondità di campo. Ancora confusi!? Non ci credo,

Vediamo qualche esempio…

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Se avessi invertito le scelte, probabilmente le fotografie avrebbero avuto un sapore completamente diverso… Immaginatelo e ditemi voi.

Afferrato il concetto della profondità di campo e di come possiamo controllarla con il diaframma? Credo di sì. Prima di scattare scegliendo una coppia tempo/ diaframma corretta pensiamo a come i due valori andranno ad influenzare la nostra foto. Vogliamo congelare il movimento? Avere tutto a fuoco? Staccare il soggetto in primo piano dallo sfondo? Vogliamo creare delle strisciate creative e ricreare la sensazione di movimento? Ragioniamo e interveniamo!

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