Come possiamo fare a non perderci d’animo in questi giorni di restrizioni?
Sono incazzato, come lo siamo tutti, ma speranzoso e davvero mi auguro che queste restrizioni presto cadano, perché significherebbe soltanto una cosa: essere stati più. forti dell’epidemia.
Lo so, costretti dentro casa, il rischio di annoiarsi è altissimo. E anche quello d’incazzarsi.
Non ditelo a me. Lo scorso fine settimana sarei dovuto essere di ritorno da un viaggio fotografico in Gujarat, in occasione del festival di Holi e, invece, eccomi qui, come voi tutti (mi auguro), confinato nelle pareti di casa – per il Gujarat e per Holi sarà per l’anno prossimo.
Dobbiamo tenere duro e dobbiamo farlo tutti, solo così riusciremo a contenere questo maledetto virus.

© Walter Meregalli – Bicchiere e bottiglia. Ecco un esempio di come due oggetti che si possono reperire in casa possano trasformarsi in uno scatto evocativo.
Cosa puo’ fare un fotografo ai domiciliari
Innanzitutto deve fare appello all’ingegno – oltre che al senso civico che gli impone di restare a casa.
Sì, dobbiamo ingegnarci e scovare modi per dare sfogo alla nostra passione per il click e a tutto ciò che la riguarda da vicino.
Lo, non sono tantissime le cose che possiamo fare e alcune ci sembreranno soltanto dei palliativi dallo scarso effetto, ma piuttosto che cedere alla noia, vale la pena di non lasciar nulla di intentato.
Fare pulizia
Il consiglio me l’ha suggerito u’amica, nel corso di una chiacchierata al telefono qualche giorno. Mi disse che avrebbe approfittato per fare un po’ di pulizia tra le sue foto.
Non lo facciamo quasi mai o, per lo meno, lo fanno in pochi: coloro costretti per professione e gli altri che a cui natura ed educazione hanno regalato un carattere pignolo.
È arrivato il momento per provare a farlo tutti.
Sfogliare i dischi esterni, riorganizzare le cartelle, rinominare sensatamente i file, catalogarli, riprendere in mano alcuni scatti, rivedere la post-produzione.
Magari disfarsi anche di porcherie, rimaste lì soltanto per pigrizia o mancanza di tempo.
Ora di tempo ne abbiamo fino a non sapere che cosa farcene.

© Walter Meregalli – Teiera su bianco. Dobbiamo imparare a concentrarci sulle forme e dimenticare le caratteristiche legate al quotidiano degli oggetti che fotografiamo. Una semplice teiera può trasformarsi in un’elegante silhouette
Studiare
È arrivata l’occasione per ripassare la tecnica, per studiare, per approfondire.
Libri, eBook, tutorial su YouTube. Basta guardarsi in giro per trovare spunti dai quali partire.
Quante volte ci siamo ascoltati dire che ci saremmo messi a studiare, se soltanto avessimo avuto un po’ di tempo. Benissimo, ora il tempo ce lo abbiamo. Impieghiamolo per imparare.
Riprendiamo i manuali e ripassiamo la tecnica. Gli eBook non ci danno soddisfazione, per fortuna Amazon consegna ancora… compriamoci quello che avremmo sempre voluto leggere e finalmente leggiamolo.
YouTube offre una galassia di canali tematici dedicati alla fotografia, non tutti sono validi e non tutti sono davvero alla portata di ognuno di noi. Si tratta di avere un po’ di pazienza e di scegliere. Si tratta di cominciare a seguirne qualcuno.
Questi giorni di quarantena sono un’ottima occasione per studiare, per tornare su quegli argomenti che un po’ ci fanno difetto.
Progetti casalinghi
Sono forse il fotografo che meno si addice a questo tipo di attività alternativa. Vivo con un gatto e la mia fotografia è legata ai volti degli sconosciuti e a paesi lontani.
Questo non significa che non ci si possa provare.
Ci si prospettano due soluzioni:
oggetti e dettagli
ritratti
Se la prima è chiaramente alla portata di tutti noi, la seconda ha bisogno di almeno un famigliare da poter ritrarre.

© Walter Meregalli – Blurred Horse. Un soprammobile qualsiasi può diventare uno scatto evocativo se ci concentriamo nel trovare un modo alternativo per ritrarlo
Oggetti e dettagli
Dobbiamo imparare a pensare in piccolo e in astratto. Potenzialmente qualsiasi oggetto che abbiamo in casa può trasformarsi in un degno soggetto per uno still life.
A renderlo tale concorrono principalmente due componenti: la luce e l’inquadratura. Dovremo imparare a guardare oltre le caratteristiche oggettive di quello che stiamo fotografando, privilegiandone forme e grafismi. Con la giusta inquadratura, sfruttando la luce corretta, anche una comune forchetta può smettere di essere tale e trasformarsi in un elemento graficamente molto evocativo. Dipende da noi.
Dobbiamo imparare a cercare inquadrature insolite, tagli molti stretti, magari sostenuti da una profondità di campo molto ridotta.
Il segreto è quello di dimenticarsi la funzione quotidiana dell’oggetto che stiamo fotografando e lasciarsi guidare e ispirare dalle forme e dalle geometrie. Non stiamo, per esempio, fotografando una forchetta, ma curve e linee, superfici.
La luce giocherà un ruolo fondamentale in questo tipo di esperimenti. Non sempre la luce ambiente che avremo a disposizione sarà quella ottimale, anzi, molto spesso, saremo chiamati ad intervenire.
Per farlo possiamo impiegare una comune torcia, chi ne possiede uno, può servirsi di uno di quei pannelli led (ad esempio, Neewer produce questo ad un prezzo assolutamente alla portata di tutte le tasche). Chi di noi possiede un flash, può cimentarsi con quello.
Ovviamente, tra l’impiego di un flash e quello di una luce continua (torcio o panello led), il primo prevede una certa dimestichezza in più, dal momento che non abbiamo una certezza di come la luce colpirà il soggetto.
Con. un pizzico di ingegno possiamo costruirci un rudimentale set di modificatori per intervenire sulla luce, ritagliando dei fogli di carta bianca da usare come filtri – la carta da forno un po’ pesante funziona benissimo come frost.
Una luce, una macchina fotografiche e che la sfida casalinga abbia inizio!

© Walter Meregalli – Sofia sulla poltrona – Sofia ora è una principessa di quasi 18 anni, ma questa foto di 14 anni fa è un esempio di quello che possiamo fare stando in casa
Volti amici
Chi di noi invece ha la fortuna di condividere questi giorni di isolamento con uno o più famigliari può dedicarsi ad un progetto di ritratti e sperimentare illuminazioni diverse, partendo da quella a portata di tutti noi: la luce di una finestra.
Senza trasformarci in aguzzini del click, potremmo coinvolgere la nostra compagna, nostro marito, i figli o la mamma, insomma chi ha la fortuna di dividere la casa con noi e scattare dei ritratti.
Chi ha poca dimestichezza con l’argomento, può provare a far diventare quest’occasione in un personalissimo studio per migliorare la sua capacità, ad esempio utilizzando una sola luce e spostandola, in modo da capire come questa influenzi il soggetto.
Gli altri possono invece portare a casa qualche ritratto che, sono più che sicuro, non si sarebbero mai sognati di scattare.
Cosa non fare
Non lasciamoci tentare dal voler testimoniare le strade deserte, i parchi chiusi e le serrande di negozi abbassate.
Usciamo il meno possibile e soltanto per motivi davvero imprescindibili, quali fare la spesa o un’emergenza reale.
Restiamo fuori il minimo indispensabile, per noi e per gli altri. Non importa se non lasceremo testimonianze di prima mano di questa maledetta epidemia.
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