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Fotografare, cioè scrivere con la luce.

Non ditemi che non vi entusiasma il fatto di scrivere con la luce. A me tantissimo. La fotografia è appunto questo, scrivere con la luce. Tralasciamo la tecnica e la tecnologia che lo rendono possibile, almeno per ora, e cerchiamo di capire alcune cose che sono fondamentali per i nostri risultati fotografici.

Il nostro primo obiettivo, da fotografi alle prime armi, è quello di ottenere fotografie con una gradevole esposizione – la scelta dell’aggettivo è stata molto attenta, perché sull’argomento “esposizione” esistono numerosissimo e altrettanto autorevoli teorie. Con gradevole esposizione intendo dire fotografie nè troppo chiare, n’è troppo scure.. Per fare questo affidiamoci all’eposimetro della nostra macchina. Tanto per chiarire, l’esposimetro è un dispositivo che misura la luce e ritorna una coppia di valori, costruita su di un terzo, attraverso i quali è possibile esporre correttamente una fotografia,

I valori che ritorna il nostro esposimetro sono diaframma e tempo di posa, costruiti su un terzo parametro, che è la sensibilità, che impostiamo solitamente a priori.

Per cui, per ottenere un fotografia correttamente esposta dovremo impostare i numeri che ci dà il nostro esposimetro. Magari non si tratterà di una bella foto, ma per lo meno impareremo a esporre correttamente, per esporre con creatività c’è tempo.

Le nostre forografie sono appunto il prodotto della combinazione perfetta di questi tre parametri:

  1. ISO o sensibilità

  2. diaframma

  3. tempo di posa

Gli ISO determinano la capacità di reagire alla luce da parte del sensore. Più alto è il numero degli ISO e meno luce serve alla macchina – è una definizione volutamente semplicistica, ma per ora accontentatevi.

Diaframma e tempo di posa definiscono quanta luce deve impressionare il sensore e per quanto tempo – la stessa cosa avveniva quando si scattava ancora con pellicole. Un po’ diverso è il invece il discorso legato alla sensibilità – misurata in ISO. Originariamente questa indicava la sensibilità alla luce della pellicola, ora, con il digitale, la sensibilità rappresenta la velocità di reazione del sensore. Il senso però non cambia.

Una foto correttamente esposta è il prodotto di una corretta combinazione di ISO, diaframma e tempo, Per cui inquadriamo e impostiamo la coppia diaframma/tempo suggerita dall’esposimetro.

Cerchiamo di capire come funziona un diaframma e come è possibile intervenire sul tempo di posa, dunque,,,

Diaframma, questo sconosciuto Il diaframma è un apertura lamellare regolabile inserita nell’obbiettivo, agendo sulla ghiera o sui comandi posti sul corpo della nostra macchina, andiamo a modificare l’apertura del diaframma, questo regolerà la quantità di luce che passerà attraverso l’obiettivo, fino a raggiungere il sensore. Le lamelle del diaframma si chiudono e si aprono diminuendo e aumentando il diametro del foro attraverso il quale passa la luce, un po’ come fa l’iride del nostro occhio. L’apertura del diaframma è contraddistinta da valori che in fotografia chiamiamo f o stop. Non entriamo nella natura di questa scala di valori, che finirebbe con il confondere molti, limitiamoci ad imparare che la quantità di luce è inversamente proporzionale al valore di f, in parole povere, un diaframma f2 fa entrare molta più luce di un diaframma f11. Per iniziare può bastare, credetemi sulla parola.


20120331-120855.jpg

La scala dei diaframma si compone in nel modo seguente, 1.4 – 2.8 – 4 – 5.6 – 8 – 11 – 16 – 22 – 32 – 45 il passaggio da uno stop al successivo comporta il passaggio del doppio della quantità di luce – troppo tecnici!?. Per cui quando sentiamo parlare di uno stop più aperto, vuol dire che, ad esempio l’f che regola il diaframma è stato portato da f4 a f5.6.

Tempi di posa Il tempo di posa è il tempo pr il quale l’otturatore rimane aperto e permette alla luce di impressioniare il sensore. Questo è forse tutto quello che ci serve sapere a questo livello. I tempi di posa vengono indicati in secondi e frazioni di secondo. 1 – 1/2 – 1/4 – 1/8 – 1/15 – 1/30 – 1/60 – 1/125 – 1/250 – 1/500 – 1/1000 fino 1/8000 o giù di lì…

Ora sappiamo un po’ di tutto quello che ci serve per esporre con la gìusta quantità di luce. Sappiamo appunto che è la combinazione di sensibilità, diaframma e tempo che ci farà scattare fotografie ben esposte,

Un ultimo segreto… …che potrebbe esservi sfuggito: i tre parametri – ISO, diaframmi e tempi – sono correlati tra loro da un preciso rapporto matematico: ogni unità è doppia della precedente. Ecco un esempio… Supponiamo di scegliere una sensibilità di 200 ISO e supponiamo che il nostro esposimetro rilevi che la corretta coppia tempo/diaframma sia 1/125 e f8. Otterrete la stessa esposizione impostando 1/250 e f5.6 o 1/60 e f11. Afferrato il trucchetto?

Teniamolo bene a mente, andando avanti ci servirà, vedremo che avere chiara la relazione tra ISO, diaframmi e tempi, si rivelerà fondamentale per la nostra fotografia e per renderla più creativa del manuale di istruzioni della nostra reflex.

#WalterMeregalli #apertura #diaframma #tecnicafortograficw #Tempodiposa

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