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Fotografare in vacanza: mercati, mercatini, sagre e fiere.

Finalmente in vacanza!

Mai come in questo difficile 2020 le vacanze estive, le tanto bistrattare ferie d’agosto, assumono un esplicito senso di rivalsa. Sì, ce le meritiamo proprio e allora godiamocele, divertiamoci, ricaricamiamo le batterie e se ne sentiamo la voglia, perché no, usciamo a fotografare.

Estate 2020, la grande sfida dell’ordinario

Al netto di quanto ognuno di noi pensi dell’andamento della pandemia legata al Corona Virus, quest’estate ci vedrà quasi sicuramente confinati all’interno dei patri confini.

Nonostante la nostra Italia sia un paese straordinario ed etorogeneo, condensato in una striscia di terra tutto sommato contenuta, molti di noi la conoscono fin troppo bene ed altri, addirittura, faranno ritorno ai luoghi dell’infanzia o delle proprie radici.

Cosa significa questo, dal punto di vista fotografico?

Significa misurarsi con una dimensione molto più ordinaria, ma proprio per questo più ostile.

Niente scenari esotici o niente mondi lontani, che hanno la capacità di rendere le cose più semplici, soprattutto per i fotografi che si accontentano.

I mondi lontani, le scene esotiche sono molto spesso uno specchietto per le allodole e a volte aiutano a mascherare inquadrature scontate, composizioni stiracchiate e storie insipide.

Il mondo ordinario concede molto meno agio e già di per sé, questa, è una bellissima duplice. sfida da vincere.

Perché duplice? Per prima cosa, dobbiamo trovare gli stimoli che ci spingano a fotografare scene ordinarie. In seconda battuta, dobbiamo trovare il modo di rendere i nostri scatti interessanti anche per chi poi li guarderà.

Fotografia in vacanza: mercati, mercatini,  sagre e fiere

Il Bel Paese d’agosto! Una penisola animata di mercati, mercatini, sagre e fiere.

Confesso che, per colpa anche della mia attività, che mi ha visto negli ultimi quindici anni all’estero durante il mese d’agosto, il mio archivio è decisamente povero di scatti di mercati, mercatini, sagre e fiere nostrane. NON VOGLIATEME, vi prego. Cercherò in ogni caso di condividere con voi qualche consiglio pratico per portarsi a casa una manciata di scatti che sappiano raccontare degnamente la vacanza estiva tutta italiana di questa estate 2020.

Il “prima” e il “dopo” completano il racconto

Che si tratti di un mercato o di una sagra, che si tratti di un mercatino o di una fiera, nessuno di questi eventi si manifesta dal nulla.

C’è sempre un PRIMA e c’è sempre un DOPO.

Anche se chiaramente la parte del leone della nostra storia la farà senza dubbio il durante, se sapremo completare la storia dell’evento con alcuni scatti del prima, mentre, ad esempio, vengono montati i banchetti o allestito il palo della cuccagna o sistemate le transenne, e con altrettanti scatti del dopodove magari si vedono gli addetti alle prese con la pulizia della piazza o chi ha esposto mentre ripiega gli ombrelloni e ripone tutto nei furgoni, saremo riusciti a raccontare una storia davvero completa, più interessante e meno scontata, proprio perché quasi nessuno si preoccupa mai cosa venga prima e cosa dopo.

Fotografare il prima e il dopo significa fare i compiti a casa con molta cura, documentarsi per bene e qualche volta mettere in conto qualche alzataccia o qualche cena posticipata.

Ma, datemi retta, qualsiasi sia il prezzo da pagare, saprà ripagarci.

Su con gli ISO

Se ci sentiamo pavidi nei confronti degli ISO un po’ spinti… beh, questo tipo di fotografia in vacanza non fa per noi.

Molti soggetti si presenteranno in ombra e pompare un po’ la sensibilità è un buon modo per non doverci consegnare a tempi di posa troppo lungo.

Mercatini e fiere, così come le sagre di paese, vivono di azione, scendere sotto 1/60″ può risultare rischioso.

© Walter Meregalli – Frutta caramellata – I colori di questi spiedini di frutta caramellata di un banchetto in un mercato di Shanghai completano il racconto, facendoci concentrare sui colori saturi, che erano una delle caratteristiche del luogo


I dettagli sono nostri amici

Facciamoci una domanda: saremmo interessati a guardare decine e decine di scatti che presentano più o meno lo stesso taglio e la stessa inquadratura, ad esempio un campo medio che ritrae una bancarella, un’altra bancarella e un’altra ancora o una porzione di processione e un’altra ancora, di nuovo con i soggetti testa/piedi e un’altra ancora?

Io dico di no. Io di sicuro non lo sarei – e neppure voi (!).

Perché allora dovrebbe esserlo il pubblico dei nostri scatti!?

Impariamo ad alternare campi larghi a campi stretti e addirittura strettissimi.

I dettagli sono i nostri migliori amici per aiutarci a completare in modo accattivante le storie della nostra vacanza italiana.

Trattiamoli da vere star, diamo loro la giusta enfasi, anzi, enfatizziamoli oltre modo.

Scegliamoli con cura i dettagli da fotografare e poi, una volta scelti, facciamoli uscire al meglio.

Come?

Usando una profondità di campo ridotta – aprendo il diaframma – e andando a sfocare con intelligenza lo sfondo.

Quali dettagli scattare?

Potenzialmente qualsiasi cosa, ma allo scattare a caso, prediligo una certa cura nella ricerca dei dettagli da scattare.

Personalmente mi piace pensare che i dettagli che scatto, non solo completino egregiamente la storia che sto raccontando, ma che rappresentino una sorta di sintesi narrativa, una specie di crasi, attraverso le quali è possibile trasmettere lo spirito dell’evento che stiamo fotografando.

Il profumo dolce dei krapfen fritti coperti di zucchero riusciremo (forse) a renderlo soltanto cogliendo un dettaglio, così come la solennità di certe processioni arriverà (forse) soltanto stringendo sul petto insanguinato battuto dalla spugna di spine degli espianti.

Soprattutto chi si è avvicinato alla fotografia da poco, tende a preferire inquadrature di scene globali, pensando che “più mostra, più gli altri vedranno”.

Non posso dire sia un errore, preferisco pensare sia un punto dal quale partire per migliorare.

Street Market Elvis

© Walter Meregalli – Street Market Elvis – L’uso di una focale corta, capace di includere un’abbondante porzione di ambiente circostante, enfatizza il carattere singolare del soggetto, un surreale Elvis Presley del banchetto dei fritti. L’inquadratura dall’alto e la composizione centrata concorrono a supportare il racconto.


Obiettivi diversi, risultati diversi

Quello che vale per i soggetti e le inquadrature, vale anche per le lunghezze focali.

Una volta portato a casa una serie soddisfacente di inquadrature scattate con un obiettivo medio, prendiamoci la libertà di montare una focale corta, un bel grandangolo, e scattare un po’, prima di passare ad un teleobiettivo, e completare la sessione.

Che ovvietà, mi direte.

Certo, non posso che convenire con voi, ma troppo,  troppo spesso la maggior parte di noi, per pigrizia, per indolenza o per insicurezza, non cerca di percorrere neppure le alternative più ovvie e si limita a scattare copie su copie di inquadrature sicure, ma scontate, quando, un briciolo di intraprendenza basterebbe a rendere il nostro racconto fotografico decisamente più vario ed interessante.

Spiedini fritti in un mercato di strada cinese

© Walter Meregalli – Spiedini fritti – La storia che questo scatto vuole raccontare è tutta nel gesto della ragazza che porge gli spiedini alla cliente sulla sinistra e nella sua espressione, sottolineato ed enfatizzato dalle linee guida diagonali.


Carpe diem. Il momento non va in vacanza

Esiste quel momento particolare che è in grado di sintetizzare la storia fotografica al meglio che stiamo cercando di raccontare e elevare la qualità del nostro scatto.

Il momento non va in vacanza, ma potrebbe non durare che una manciata di istanti.

Potrebbe trattarsi di un gesto, di un’espressione, di una particolare posa, del completarsi di una composizione o di una luce inconsueta.

In inquadrature più complesse, potrebbe anche risultare dalla combinazione di alcune tra le condizioni che ho elencato.

Spesso, se scattiamo anche soltanto un istante prima o un istante dopo, è come se la storia s’impoverisse, arrivasse meno  intensa, meno chiara, meno esplicita o meno intrigante.

Per questo, qualsiasi sia quel momento, dobbiamo, per prima cosa, imparare a riconoscerlo, se possibile anticiparlo mentalmente, ma, in ogni caso, farci trovare pronti a scattare.

Nessuno riuscirà ad insegnarci come fare a riconoscere il momento o il gesto che faranno la differenza, nonostante chi ha più esperienza di noi insisterà nel dire che è spesso in un gestoin un’espressione. Tutti consigli validi, ma saranno soltanto la nostra sensibilità e una certa (buona) pratica a farci comprendere di volta in volta quel dettaglio che saprà fare la differenza.

Quel momento non lo si coglie scattando a raffica e tanto meno scattando a caso.

Bensì, cercando di assorbire quanto più è possibile dell’atmosfera dell’evento che stiamo fotografando, osservando con attenzione cosa la rende unica e cosa potrebbe aiutarci a raccontare storie fotografiche interessanti.

Ribaltiamo la prospettiva

Quando ci è possibile, scattiamo da una prospettiva diametralmente opposta da quella in cui scatteremmo canonicamente.

Fotografando un mercatino, includiamo qualche scatto preso dal punto di vista di chi sta dietro i banchetti,  così come ad una processione, proviamo a immortalare anche qualche espressione della folla che osserva, o ad un concerto, il pubblico visto dal palco – sempre che ci sia concesso.

Ribaltare la prospettiva, che è un escamotage che uso ogni volta che mi è concesso, racconta l’altro aspetto dell’evento, quello che diamo per scontato, ma, alla fine, così scontato potrebbe anche non essere.

Concludendo…

La fotografia in vacanza, al netto di soggetti autarchici e di una certa ordinarietà, può regalarci soddisfazioni del tutto paragonabili a quelle che ci danno scatti decisamente più esotici.

Se pensiamo che sia una passeggiata, siamo sulla strada sbagliata. Fuori la grinta, dunque…

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Buone vacanze a tutti!

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