La fotografia di paesaggio è probabilmente il genere fotografico più alla portata di tutti – questo non significa certo che sia semplice o banale, ma solamente un genere con il quale tutti, anche chi magari è piuttosto timido o ancora un po’ lento, possono provare a cimentarsi con un certo successo.
Sapete qual è il fotografo che non commette errori? Quello che non scatta.
Se è vero l’antico adagio che recita che “sbagliando si impara”, è altrettanto vero il fatto che prima impariamo a correggere i nostri errori e prima riusciremo a portarci a casa scatti dei quali non vergognarci.
Ecco cinque errori che possiamo evitare di commettere velocemente, semplicemente mettendoci un pizzico di cura in più.
Errore n.°1 – Sottovalutare il primo piano
Quanti di noi, dal momento che ci siamo prefissati di scattare un paesaggio, non facciamo abbastanza attenzione a ciò che c’è – o non c’è – in primo piano?
Ci concentriamo sulla scena, ad esempio una bella spiaggia o una catena montuosa e ci dimentichiamo di inserire in primo piano un elemento capace di catalizzare immediatamente l’attenzione di chi guarda e di guidarla verso il paesaggio.
Un elemento in primo piano è molto utile per catturare l’attenzione di chi guarda e traghettarla verso il fondo, attirando lo sguardo ed evitando che vaghi troppo a lungo, col rischio che, annoiato o frustrato, abbandoni il nostro scatto.

© Walter Meregalli – Kasbah di Essaouira al crepuscolo. Lo scoglio in primo piano serve a delimitare meglio lo spazio e a guidare l’occhio verso ciò che davvero conta nell’inquadratura
Errore n.°2 – Scattare frettolosamente
Niente come la fotografia di paesaggio consente di curare inquadratura, composizione, messa fuoco e lettura della luce con calma e precisione.
Prendiamoci dunque tutto il tempo che ci serve e quando abbiamo deciso che tutto è pronto… prendiamocene un po’ ancora.
Usiamo sempre un cavalletto, che sia fisicamente sia psicologicamente ci costringe a rallentare i movimenti e aspettiamo il momento propizio, prendendo in considerazione le nuvole, le ombre, il sole, l’illuminazione ambientale, ecc.).
Se possibile facciamo un sopralluogo e immaginiamoci come si presenterà la scena al momento dello scatto, magari prendiamo qualche nota su possibili inquadrature alternative o sulle focali da usare.
Presentiamoci sul luogo con un certo anticipo, piazziamo l’attrezzatura, risolviamo l’aritmetica spicciola e facciamoci trovare pronti quando decideremo che il momento del click è arrivato. Non ci sono scuse per aver scattato un paesaggio di fretta.
Errore n.°3 – Scattare soltanto fotografie orizzontali
Purtroppo paesaggio è spesso sinonimo di orizzontale.
Proviamo ad esplorare anche possibilità che ci offre l’orientamento verticale. Vi assicuro che rimarremo sorpresi da come spesso la scelta di scattare in verticale, che inizialmente ci può sembrare azzardata, risulti invece la più azzeccata.
Errore n.°4 – L’ossessione dell’esposizione “corretta”
La spada di Damocle sulla testa di tutti i fotografi di paesaggio è l’ossessione di ottenere un’esposizione corretta sia per il cielo sia per la terra, due elementi che, nella maggior parte dei casi, forniscono misurazioni molto distanti tra loro – spesso anche oltre i quattro stop.
A meno non si sia scelto di ottenere una silhouette, un paesaggista si pone lo scopo di rendere più dettagli possibili nelle ombre, senza trasformare il cielo in una sciatta macchia bianca.
È una ricerca estenuante che spesso non offre soluzioni accettabili che vadano oltre al compromesso. È inutile, il numero massimo di stop che un sensore è in grado di rendere – gamma tonale – è implicito nelle caratteristiche di produzione, i sensori più costosi offrono, ovviamente, una gamma tonale più estesa di quelli economici, ma oltre un certo numero di stop di differenza nessun sensore è in grado di andare.
Se gli stop tra cielo e terra sono molti, abbiamo una manciata di opzioni:
fare una scelta netta – o esporre per il cielo o esporre per la terra
montare un filtro neutro digradante con la parte più scura in corrispondenza del cielo
intervenire in post-produzione con selezioni, maschere e controlli
scattare a forcella, realizzando fotografie con esposizioni diversificate che monteremo successivamente in post- produzione (attenzione: non possiamo scattare senza montare la macchina su un cavalletto)

© Walter Meregalli – Il palazzo reale al tramonto -Il palazzo reale di Leh, Ladakh, unico baluardo umano in una scena dove la catena del Karakorum incontra l’Himalaya.
Errore n.°5 – Incasinare l’inquadratura
La semplicità paga quasi sempre, proviamo dunque a ricordarcelo quando inquadriamo la nostra scena e sono certo che otterremo scatti molto più forti, e questo vale anche per la fotografia di paesaggio.
Pochi elementi e una composizione curata, ecco il mio consiglio e, fidatevi, non può che aiutarci a fare bene. Mi saprete dire…
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