
Antelope Canyon, Arizona (USA) La luce diretta del sole, prima di dominanti, filtra solo per piccola apertura del canyon. Il resto è luce riflessa, carica delle dominanti calde raccolte rimbalzando sulle pareti interne del canyon.
Torniamo ad occuparci di luce, che troppo spesso, distratti dalla tecnologia che incalza e promette subdola, ci dimentichiamo essere la vera, grande, protagonista della fotografia. In questo post parliamo di luce riflessa.
La luce riflessa non illumina il soggetto direttamente, ma attraverso rimbalzi su una o più superfici adiacenti al nostro soggetto. Ogni rimbalzo ne attenuarne l’intensità e la carica di una dominate cromatica propria della superficie sulla quale la luce rimbalza. No, non sgranate gli occhi, è molto più semplice di quanto non possa sembrare.
Proviamo ad immaginare di trovarci a mezzogiorno di una giornata estiva di pieno sole e immaginiamo il sole a picco, le ombre nette, il massimo contrasto, blah, blah, blah… Immaginiamo ora di dover, obtorto collo, scattare un ritratto… un vero incubo. Di scattare in pieno sole, ovviamente, non se parla, sarebbe soltanto un disastro annunciato. Spostiamo dunque il soggetto in un angolo riparato, cercando di fare in modo di illuminarlo attraverso il riverbero della luce del sole che rimbalza, diciamo, su una parete di fronte. Ecco un perfetto esempio di luce riflessa, molto più diffusa e meno cruda della luce diretta del sole a picco – disastro scongiurato, lezione imparata.
Ma attenzione… la luce riflessa non è soltanto diffusa e morbida, ha anche un’altra caratteristica peculiare: si colora con dominanti cromatiche che prende dalle superfici sulle quali rimbalza. Ad esempio, se la parete che ipotizzavamo poco fa fosse ocra, il nostro soggetto verrebbe illuminato da una luce calda e carica di una spiccata dominante arancione, raccolta nel rimbalzo sulla parete ocra. E fin qui tutto bene, ma se la parete in questione fosse stata verde? Bè, il risultato non sarebbe stato altrettanto esaltante, credetemi: davvero pochi fanno salti di gioia nel vedersi ritratti con un incarnato da oltretomba.
Facciamo attenzione dunque al colore della superficie sulla quale rimbalza la luce che illumina i nostri soggetti!
Laghi e specchi d’acqua sono ottimi riflettori naturali, perfetti per creare scatti molto intensi, sia per fotografie di persone, sia per scatti di paesaggi. Il meglio lo si ottiene quando il soggetto principale, illuminato dalla luce diretta del sole, ha colori piuttosto vibranti e l’acqua, che lo riflette, si trova in ombra – ad esempio, la cima di una montagna, illuminata dal sole che tramonta, che si riflette in un lago in ombra. Analogamente, nevai e ghiacciai hanno una forte caratteristica riflettente e funzionano come enormi pannelli di polistirolo, aggiungendo quel tocco di luce riflessa in grado di bilanciare le vette infiammate dal sole che tramonta e le zone d’ombra.
Un’ultima considerazione: la luce rimbalza ovunque, che noi lo si voglia o no. Impariamo dunque a sfruttarne il meglio. Ogni superficie vicina al nostro soggetto, funge da riflettore, ognuna con il suo livello di impatto, ognuna con la sua intensità. Impariamo a farne tesoro. Le sole superfici che non riflettono sono quelle di colore nero, questo non significa per forza un problema, tutt’altro, dal momento che anche loro possono portare il loro contributo al nostro scatto in termini di ombre, enfatizzando la tridimensionalità.
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