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I maestri della fotografia: John Loengard

“Se pensi di dover correre dei rischi per scattare una buona foto, lascia perdere.”  – John Loengard è lapidario –  “Devi essere in grado di fotografare bene le cose ordinarie. Saranno le tue foto migliori, perché rendere interessante la quotidianità è la sfida più grande della fotografia.”

John Loengard, classe 1934, è probabilmente uno degli esempi più eclatanti di come fama e talento non sempre vadano a braccetto, soprattutto nel mondo della fotografia documentarista. Nato a New York, Loengard si avvicina alla fotografia all’età di undici anni, grazie alla passione paterna.

“Ero stanco di fotografare edifici e nuvole.” Con queste parole che non lasciano dubbi interpretativi, Loengard giustifica la sua decisione di dedicarsi alla fotografia documentarista, fino a diventarne una delle espressioni più interessanti e creative a livello mondiale – ma anche sulla creatività, John Loengard ha un’idea disincantata.

henri cartier bresson

Henri Cartier-Bresson in un insolito “candid portrait” di Loengard. In questa fotografia, John Loengard coglie un aspetto fanciullesco e del tutto inaspettato del grande fotografo francese. HCB era noto per la sua poca disponibilità a farsi fotografare.


John Loengard, un fotografo in terza persona.

“(…) per usare una metafora, esiste un tipo di fotografia che si può paragonare all’uso della narrazione in terza persona:  arrivò, annuì, sorrise, si mordicchiò un dito e così via… ed è quello che mi interessa fare (…) quando la nostra attrezzatura costringe un soggetto a voltarsi verso la fotocamera, la fotografia, grammaticalmente, si volge in prima persona: arrivai, lei si voltò verso la mia macchina fotografica…  e documentare l’evento diventa l’evento stesso. Un fotografo meno appariscente invece potrebbe elevare quell’attimo dell’evento a nuovo paradigma estetico.”

Ed è proprio questo lo stile che caratterizza l’inestimabile corpus fotografico di Loengard, la capacità di documentare i fatti da un punto di vista quasi invisibile ai soggetti ritratti, per così dire, in punta di click, ma incredibilmente dentro la scena.

John Loengard è un maestro nel documentare l’attimo fuggente che sintetizza l’evento e lo fa con un talento senza pari. I suoi scatti non danno mai la sensazione di essere rubati, ma piuttosto fanno pensare ad una presenza leggera e discreta, quasi parte integrante della scena stessa. Il suo punto di vista è il punto di vista di un potenziale soggetto, che, quasi per caso, ma non per caso, si trova al di fuori del perimetro dell’inquadratura.

georgia o'keeffe

La pittrice americana Georgia O’Keeffe ritratta sul tetto del suo ranch


Le due anime di John Loengard

Per undici anni, dal 1961 al 1972, John Loengard ha fotografato per Life, diventando successivamente picture editor quando la testata ha sospeso la pubblicazione settimanale in favore di quella semestrale. Nel 1974, il gruppo editoriale Times Inc., proprietario di Life, incarica Loengard di lanciare People, richiamandolo nel ’78 a Life, quando la prestigiosa rivista pianificò di tornare in edicola con dodici numeri l’anno.

Il duplice ruolo, di fotografo e di picture editor (colui che in una redazione ha il compito di scegliere gli scatti che verranno pubblicati) regala a John Loengrand una dimensione assoluta nel campo della fotografia documentarista.

Mettete delle buone immagini davanti alla fotocamera.” Questo è il consiglio che Loengard, nella veste di picture editor, dà a tutti i fotografi, sapendo bene di cosa parla, essendo, in primis, lui stesso fotografo.

“(…) Il fotografo non può cambiare il corso degli eventi. O c’è qualcosa da fotografare e tu scatti, oppure non c’è e non scatti.” Più chiaro di così! E senza sapere che stessi citando un maestro del photo reportage, questo è uno di quei concetti che mi trovo più spesso a ripetere durante i miei workshop e i mie photo tour.

the beatles - loengards

I Beatles in piscina, la quintessenza della fotrografia in terza persona. Lo stile in “punta di click” di John Loengard, in questo scatto, è quanto mai evidente.


Un buono scatto secondo Loengard

“Cosa rende buono uno scatto? Non è solo questione di composizione, per quanto questo sia importante. E non è l’inquadratura, anch’essa importante, come non sono né la trama, né  il tempismo. Niente di tutto questo. Ciò che conta è che lo scatto sia interessante. Il soggetto può essere insignificante come il tuo mignolo sinistro, vorrà dire che dovrai fare in modo di scattare una foto interessante di un dito mignolo sinistro. Trova i particolari.”

Direi che miglior modo per chiudere questo post dedicato al talento di John Loengard non potrebbe esserci.

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