
Lea e la palla di cristallo
Se ci prendiamo qualche minuto per dare una definizione di cosa sia un ritratto, di sicuro molti di noi troverebbero qualche difficoltà. Ci sono moltissimi volumi di critica della fotografia che potrebbero aiutarci in questo difficile compito, ma tralasciamo la teoria e passiamo oltre.
Mi piace pensare che il ritratto sia un’incontro tra chi fotografa e il suo soggetto, ciò detto, passiamo a cercare di scovare qualche appiglio pratico che possa aiutarci a migliorare la nostra tecnica.
I professionisti distinguono lo scopo del ritratto – uso editoriale, fotogiornalismo, fotografia aziendale, fotografia artistica…. – noi DECIDIAMO che il solo scopo dei nostri ritratti (per ora) è il divertimento e la passione per la fotografia.
Quale obiettivo è indicato per il ritratto Questo è uno dei punti nodali. La lunghezza focale che più si avvicina alla prospettiva dell’occhio umano è attorno ai 50mm – ecco perché gli obiettivi da 50mm di focale sono detti normali, ma io consiglio di usare, per i ritratti, focali un po’ più spinte di 50mm, ad esempio 80 e 100 mm, se non addiritttura un tele spinto (200 mm).
L’utilizzo di un teleobiettivo ha soprattutto il vantaggio di offrire un limitato angolo di ripresa e una scarsa profondità di campo, due caratteristiche che possono tornare molto utili quando decidiamo di cimentarci in ritratti semplici: il limitato angolo di ripresa ci aiuta a preferire inquadrature semplici e piuttosto strette sul soggetto, mentre la scarsa profondità di campo, soprattutto a diaframmi aperti, ci consente di isolare il soggetto dallo sfondo.
Evitiamo di avvicinarci troppo al soggetto che ritraiamo – scattando troppo vicini le proporzioni del volto risultano falsate. Per questo un obiettivo dalla focale maggiore ci aiuta – ci costringe a stare più lontani.
Dunque cominciamo… Cominciamo a sperimentare con soggetti che conosciamo – i nostri figli, la fidanzata, il marito… – è molto più semplice sfruttare il materiale umano noto, piuttosto che avere a che fare con sconosciuti. La forza del ritratto è tutta nella relazione fotografo/soggetto ritratto e nella sua energia, per questo un soggetto amico ci può sicuramente mettere a nostro agio.
Per il momento sfruttiamo la luce ambiente – avventurarci nel ritratto con luce artificiale lasciamola al prossimo futuro…
Evitiamo controluce e sole pieno! Sono situazioni difficili da gestire e di solito il ritratto non viene come vorremmo, nel primo caso il nostro soggetto tenderà a risultare sottoesposto e nel secondo invece non farà che strizzare gli occhi. Nuvole e cielo coperto sono la situazione naturale più auspicabile per una bella sessione di ritratti. Così come la luce che precede il tramonto o che lo segue di poco (golden hour), dove la luce è morbida, direzionale e calda. Impariamo a leggere l’illuminazione e la qualità della luce che cade sul nostro soggetto. Evitiamo, almeno nei ritratti piu convenzionali, contrasti troppo spinti.
Evitiamo di far posare una donna con una luce troppo radente: ne esalta rughe e imperfezioni della pelle. Le rughe per un uomo possono essere invece indice di maturità o virilità – per una donna non sono quasi mai una qualità da esaltare.
Un po’ di composizione Ricordiamoci la regola dei terzi! Decentriamo i nostri soggetti. Usiamo cornici naturali come porte o finestre o fronde di alberi. Includiamo anche oggetti, a patto che non distraggano troppo l’occhio. Un oggetto ben posizionato ci racconta il dettaglio mancante. Esploriamo inquadrature singolari – senza esagerare, troppo dall’alto o troppo dal basso di solito generano ritratti troppo vicini a caricature.
A me gli occhi! Gli occhi sono fondamentali. Per lo meno nei primi nostri tentativi, cerchiamo sempre di avere gli occhi bene a fuoco.

Jury
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