La composizione dell’inquadratura è spesso l’elemento che distingue una buona foto da una foto mediocre – o addirittura brutta,
Dobbiamo ricordarcelo bene quando stiamo per premere il pulsante. Per cui, prendiamoci tutto il tempo necessario e componiamo con cura la nostra inquadratura. La fretta è dunque una delle nostra nemiche principali. E su questo possiamo fare molto…
Cosa significa comporre? Con compositing intendiamo tutte quelle decisioni che siamo chiamati a prendere al momento scatto – cosa includere nell’inquadratura e cosa lasciar fuori, cosa mettere in primo piano, come trattare lo sfondo, come fare interagire gli elementi che compaiono nell’inquadratura.
Perché è importante comporre accuratamente? L’obiettivo delle decisioni che prendiamo quando componiamo l’inquadratura è quello di realizzare un’immagine che sappia trasmettere le sensazioni particolari del momento dello scatto o che porti chi guarda a focalizzare la propria attenzione su determinati dettagli.
Scattare una foto “ben composta” non è sempre semplice, per cui dobbiamo dedicarci tempo e pazienza. Molto spesso la fretta ci fa includere particolari che poi distolgono l’attenzione di chi guarda, rovinando la scena – pensiamo ad esempio ad un bel paesaggio rovinato da un’auto parcheggiata in un angolo, che al momento dello scatto non abbiamo notato
Primo consiglio: comporre con calma, percorrendo con lo sguardo il perimetro della nostra inquadratura alla ricerca di oggetti indesiderati.
Ma esistono regole che ci possono aiutare nel comporre correttamente una fotografia?
Partiamo dal presupposto che comunque la fotografia è un,espressione molto personale, esistono però convenzioni, molte di queste mutuate dalla pittura. Un consiglio? uno dei posti migliori per imparare a comporre un’inquadratura è… una pinacoteca – o un buon libro di pittura.
Mettiamo un po’ di ordine Impariamo a mettere i bordi. Mettere i bordi!? Sì, dobbiamo cominciare ad abituarci a separare la nostra inquadratura dal resto. C’è chi lo fa mentalmente, c’è chi si aiuta con le dita, c’è chi non riesce a farlo se non inquadrando direttamente con la macchina. Vale tutto, la cosa importante è cominciare a vedere la realtà che ci circonda come la vede la nostra macchina fotografica, attraverso la lente che montiamo in quel momento.
Alleniamo la capacità di vedere le nostre inquadrature, a separarle dal resto di quello che abbiamo davanti. Ricordiamoci che la nostro fotografia finale sarà soltanto quello, nessuno potrà vedere quello che ci abbiamo deciso di lasciare fuori dalla nostra inquadratura, nel bene e nel male.
La regola dei terzi Citiamo wikipedia – e caviamocela così… La regola dei terzi è un accorgimento che è stato utilizzato per secoli dai pittori ed è tuttora molto diffuso nella composizione di una fotografia. Dividendo l’immagine in terzi e ponendo il soggetto in uno dei punti di intersezione delle linee immaginarie ottenute, si ritiene che l’immagine risulti più dinamica (rispetto ad una composizione che pone il soggetto al suo centro), ma armonica al tempo stesso. La regola è talmente popolare che alcune macchine fotografiche sono dotate di mirini con una griglia di suddivisione in terzi per aiutare il fotografo.

Naturalmente la gola dei terzi non è il solo aiuto per comporre un inquadratura, ma cominciamo da questo… Usciamo e cominciamo a fotografare con in testa questa regola, una volta imparato, potremo decidere di infrangerla, per ora proviamoci.
Vediamo alcuni esempi di come la regola dei terzi può tradursi in inquadrature corrette.



Ecco come funziona! E funziona per le fotografia di panorami e per i ritratti… e qualcuno di decisamente più illustre di noi lo aveva già teorizzato molte centinaia di anni prima della prima macchina fotografica,
Per cui, tutti fuori ora e cominciamo a familiarizzare con la regola dei terzi.
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