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L’impatto emotivo di una fotografia

Un’immagine vale mille parole e questo grande valore ha quasi sempre a che fare con l’impatto emotivo.

Una fotografia trasmette emozioni, alcune immediate, altre meno esplicite.

In questo articolo cercheremo di capire su cosa si costruisce l’esperienza emotiva, appunto l’impatto∫, di una fotografia, ricordando però che un conto è guardare una fotografia, nostra o di qualche altro fotografo, e un conto è scattarla.

Una fotografia è il prodotto finale di un processo creativo che il fotografo crea usando gli elementi presenti nella scena, operando una serie di scelte consapevoli che rispondono ad un intento e ad una visione.

Osservare e di conseguenza analizzare una fotografia è molto più semplice di quanto non sia scattarla. Pensate a quanto sia più facile, guardando uno scatto finale, entrare nel merito dele scelte compositive che ha fatto il fotografo o la tecnica impiegata, analizzarle, criticarle,.

Dobbiamo invece portare tutto al momento che precede il click, dove lo scatto finale è soltanto un’idea nella testa del fotografo. È proprio in quegli istanti che dobbiamo analizzare la composizione, passare in rassegna le possibili tecniche da impiegare. Prima di fare click, dopo tutto diventa più semplice, ma siamo passati, senza accorgercene, dalla fotografia alla critica fotografica.

Ricordiamoci questa sostanziale differenza anche quando ragioneremo su quali possibili emozioni la nostra fotografia sarà capace di trasmettere.

Bimba mendicante a Old Delhi

© Walter Meregalli – Bhikhārī a Old Delhi – L’impatto di questo scatto è piuttosto alto. Giudicarlo a fotografia scattata è semplice. Ricordiamoci di farlo prima di fare click


L’impatto: una questione di esperienza su più livelli

Una fotografia presenta un aspetto emotivo ed un aspetto puramente tecnico.

In uno scatto convivono cuoretesta, emozioni e tecnica.

Mi piace pensare che la tecnica sia un’infrastuttura sulla quale costruire i propri scatti, il mezzo e non il fine – come purtroppo molti però sono portati a credere, facendo sfoggio di una grande tecnica, ma di una scarsa capacità di coinvolgere emotivamente.

In tutta onestà, voglio però precisare: non sono mai stato neppure un sostenitore dell’emozione che prescinda dalla tecnica.

Mi piace pensare che, dove le emozioni possono poggiare su una conoscenza tecnica chiara e solida e su un suo uso preciso, queste arrivino addirittura accresciute ed amplificate, creando quegli scatti che ricordiamo nel tempo.

Uno scatto in cui le cui emozioni sono talmente intense da far passare quasi del tutto inosservato l’impiego della tecnica è uno scatto di successo.

Una buona fotografia offre a chi guarda sempre livelli diversi di esperienza e di emozioni.

Possiamo pensare a qualcosa che ha più o meno a che fare con un elenco simile:

  1. impatto visivo

  2. impatto emotivo

  3. impatto razionale

  4. impatto creativo

  5. espressività ed originalità

L’impatto visivo

Rappresenta l’immediatezza, l’emozione più subitanea, meno ragionata, più spontanea.

In un’ipotetica scala di emozioni l’impatto visivo è il primo gradino e ha a che fare come alcuni degli elementi presenti nello scatto catturano la nostra attenzione e la trattengono.

Si tratta di un’esperienza che quasi totalmente pesca nell’oceano del subconscio e dell’inconscio di chi guarda, facendosi forza di archetipi visivi e di dinamiche legate alla psicologia della forma e alla psicologia del colore.

Qualcosa nella fotografia che stiamo guardando ci colpisce e non per forza ci spieghiamo cosa sia.

Questo è probabilmente il livello di esperienza emotiva meno facile da prendere in considerazione prima di scattare, proprio perché è incontrovertibilmente legato ad una reazione istintiva di chi guarda.

L’impatto emotivo

Il secondo livello è rappresantato dall’impatto emotivo.

Se l’impatto visivo ha il compito di intercettare la nostra attenzione, l’impatto emotivo determina quanto ciò che stiamo guardando sia in grado di coinvolgerci e tenerci agganciati,

Non può esistere scatto che abbia un impatto emotivo senza un impatto visivo.

Non possiamo emozionare e coinvolgere coloro dei quali non abbiamo catturato l’interesse.

L’impatto emotivo poggia spesso su inferenze psicologiche e su reazioni che possono innescarsi sia in maniera conscia, sia no.

Quante volte ci è capitato di sentirci scossi o di provare rancore guardando una fotografia, prima ancora di passare ad un’analisi più ponderata?

L’impatto razionale

Intercettato l’interesse, suscitato un certo coinvolgimento ed innescate una serie di reazioni emotive, ecco che poi  chi guarda comincia ad afftrontare l’esperienza su un livello più razionale ed intellettivo, cercando di darsi una spiegazione per ciò che lo scatto sta trasmettendo.

Il ragionamento, la ratio, l’intelletto affiancano e supportano ciò che i due livelli di esperienza precedente hanno innescato.

È a questo livello che entrano in gioco il nostro grado di istruzione, la nostra cultura, il nostro bagaglio di esperienze, andando ad aggiungere in maniera sempre molto soggettiva e personale a ciò che stiamo guardando risvolti sociali, culturali , storici o spirituali.

A questo livello corrediamo le esperienze legate alle emozioni più immediate e primarie con dettagli e significati presi dalla razionalità, oggettiva e soggettiva, analizziamo le scelte dell’autore e le riportiamo alla nostra esperienza, non per forza solamente fotografica.

L’impatto creativo

Sebbene con il terzo livello, la nostra fame di esperienze si potrebbe dire soddisfatta, può capitare che ci si avventuri su un quarto gradino della scala emotiva, quello creativo, dove analizziamo il linguaggio fotografico usato, l’estetica dell’immagine ad un livello più razionale ed analitico, l’approccio creativo e il risultato che ha saputo produrre.

Fotografare è del resto un’attività creativa e non possiamo certo dimenticarci o sottovalutare l’impatto creativo nella costruzione di uno scatto.

L’impatto creativo è influenzato dalla capacità di impiegare con efficacia il linguaggio fotografico scelto, dall’attenzione nel comporre e dalla cura nel bilanciare tecnica e contenuti emotivi.

Espressività e originalità

L’espressività è quel livello di esperienza che ha a che fare con quanto il fotografo sia riuscito a comunicare efficacemente il suo intento, attraverso la delicata alchimia dei quattro livelli precedenti.

L’espressività si potrebbe riassumere abbastanza sinteticamente con la capacità di trasmettere sensazioni, concetti o stati d’animo.

Formulare un intento chiaro prima di scattare contribuisce ad ottenere scatti con un’espressività più spiccata, ma questo non basta, è necessario avere una visione precisa, affinché le nostre fotografie brillino di espressività.

Non dimentichiamo che l’intento risponde alla più semplice domanda che ogni fotografo dovrebbe porsi prima di scattare: “perché voglio scattare questa foto?”

La natura intrinseca dell’intento non garantisce, per sé, scatti con una spiccata espressività, questo lo si ottiene affiancando all’intento la visione e cioè tutte le risposte che ci diamo chiedendoci “come voglio scattare questa foto?”

Sullo stesso livello pongo l’originalità, un valore aggiunto sempre più raro in questi tempi di massificazione e di poca voglia di usare la testa.

A parità di soggetto, di impatto visivo, di impatto emotivo, razionale e creativo, a parità anche di espressività, la differenza la farà la capacità di aver realizzato uno scatto originale, diverso, non scontato.

Cosa mostra vs. cosa significa

Ecco riassunto l’annosa rivalità che esprime uno scatto.,

Da un canto ciò che viene ritratto e mostrato, dall’altro ciò che questo significa .- la ricorrente schermaglia semantica tra significante e significato.

Se definire e analizzare ciò che una fotografia mostra è un compito relativativamente semplice e legato al solo primo livello di esperienza dell’impatto visivo, comprendere quello che invece intendeva significare il fotografo attraverso lo scatto è un percorso decisamente più articolato e complesso e che non sempre porta ad un risultato univoco e soddisfacente.

Le variabile che interagiscono nel percorso di decodifica del significato di una fotografia sono davvero molte e si rifanno al grado di istruzione, al senso etico di chi guarda, al  contesto sociale e storico nel quale è inserito, alle sue convinzione politiche o religiose, alle discrepanze e  alle similitudini che ha con chi ha scattato, al contesto nel quale è fruita l’immagine, oltre  poi alla situazione emotiva, conscia o inconscia, di chi guarda, senza poi tralasciare mode e tendenze del momento, gusti personali e convenzioni.

bimba a varanasi

© Walter Meregalli – Bimba nei vicoli di Gowdaulia


Prendiamo ad esempio lo scatto qui sopra.

Cosa ritrae? Una bimba nuda, lo scorcio di un vicolo, una canna per l’acqua.

Cosa significa? Cercare di dare un significato certo all’intento di questa fotografia è qualcosa di complesso. Ad esempio, chi non ha familiarità con l’India potrebbe pensare che questo mio scatto cercasse di trasmettere il concetto di povertà.

Se questo scatto facesse parte di una mostra o di un reportage, le fotografia che lo precederebbero e che lo seguirebbero, andrebbero irrimedialmente a influenzare il significato che ognuno di noi darebbe allo scatto.

Se mostrassimo questa foto a qualcuno che ha appena adottato un bimbo indiano, di sicuro le emozioni che vivrebbe sarebbero diverse da quelle di qualcun altro e così anche il significato attribuito alla scatto.

Mi fermo, ma credo che il concetto sia piuttosto chiaro.

Anticipiamo i livelli di esperienze emotive

Non limitiamoci a giocare ai critici, impariamo a pre-visualizzare i nostri scatti, cercando di estendere il concetto anche alle potenziali emozioni che siamo in grado di trasmettere attraverso di loro.

Impariamo a valutare prima di scattare il potenziale impatto visivo ed emotivo, ragioniamo sui possibili suggerimenti a livello più razionale, analizziamo l’impatto creativo, la coerenza del linguaggio che stiamo scegliendo, l’espressività e quanto stiamo provando a risultare originali.

È soltanto facendolo prima che ci comporteremo da fotografi. Farlo dopo, al massimo ci farà aspirare ad un posto tra i critici.

Concludendo

Più livelli di esperienza emotiva si legano ai nostri scatti e maggiormente i nostri scatti avranno la capacità di avere successo ed essere considerati dei buoni scatti.

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