Chi mi conosce, o segue Fotografia Facile, sa quanto sia legato alla fotografia di ritratto e, al di là delle mie personalissime fissazioni fotografiche, scrivendo di ritratto, si potrebbe rischiare di non fermarsi facilmente.
Un ritratto è una questione complessa, implica molti aspetti, che vanno dalla semplice tecnica fotografica, al linguaggio, alla semantica, passando per la psicologia… ecco lo sapevo, mi sto già dilungando! Resta però il fatto che per scattare un ritratto dobbiamo prendere in considerazioni numerose variabili e fare in modo considerato le nostre scelte. Una di queste riguarda l’obiettivo con il quale scattare.
Teoricamente possiamo scegliere qualsiasi lunghezza focale, dal piccolo fisheye 8mm al teleobiettivo da 400mm. Teoricamente… già, teoricamente.
Innanzitutto, dobbiamo avere ben chiaro che la scelta dell’obiettivo influirà, e non poco, sul risultato, perché focali diversi offrono angoli di ripresa diversi, schiacciamento della profondità diversi, aberrazioni prospettiche diverse e profondità di campo diverse. Non possiamo fingere di non saperlo o, peggio ancora, non possiamo non saperlo.
Tutti i guru della fotografia – genuini o auto-acclamatisi tali – ci diranno che la focale corretta per realizzare un ritratto è 85mm, scattando con un sensore a formato pieno (FX) e 50mm, con un sensore APS-C. Per carità, verissimo, e dopo vedremo anche perché, ma teoricamente nessuno ci vieta di montare un 12mm e scattare un ritratto. Certo, se stiamo scattando il ritratto per un progetto personale, se invece stiamo scattando per il soggetto ritratto… beh, allora le cose cambiano un po’. I nostri soggetti non vorranno vedersi ridotti a poco più di una caricatura, se per caso ci siamo avvicinati molto col nostro 12 mm, né tanto meno vorrà vedersi minuscolo, inserito in uno sfondo predominante, perché il nostro 12mm offre un angolo di ripresa che, con il soggetto a qualche metro da noi, potrebbe essere addirittura difficile riconoscerne il volto, mentre tutto quello che ci sta attorno entrerebbe di diritto nell’inquadratura.
Una focale per ogni proposito
La lunghezza focale che sceglieremo avrà un forte impatto sul mood del nostro ritratto, non dimentichiamocelo. Tutto è legato al proposito che ci poniamo nello scattare il ritratto, all’intento.
Focali molto piccole
Ho scattato ritratti molto interessanti con un fisheye, avendo cura di mantenere la fotocamera perfettamente parallela al terreno e posizionando il soggetto al centro, dove la distorsione introdotta dall’obiettivo è minima, ma certamente si tratta di ritratti, diciamo, piuttosto particolari e per nulla canonici.

Ritratto di rajasthano a Jaisalmer realizzato con un 8mm (fisheye). Mantenendo il soggetto al centro si evitano le distorsioni tipiche di questi obiettivi, ma bisogna anche tener presente che per ottenere un ritratto con queste proporzioni tra soggetto e ambiente è necessario puntare l’obiettivo a pochi centimetri dal volto del soggetto e non tutti ce lo permetteranno.
Grandangoli
Con un modesto grandangolo, diciamo un 24mm, possiamo scattare ritratti molto dinamici e per nulla banali – ad esempio molto indicati per qualche scatto secondario in un album di matrimonio. Se scegliamo di usare un grandangolo, tra i 12mm e i 35mm, ricordiamoci che questi obiettivi, più è ridotta la loro focale e più introducono distorsioni prospettiche, che aumentano se incliniamo la macchina fotografica, scattando dall’alto o dal basso. Ricordiamoci anche che, con un grandangolo, siamo costretti a scattare piuttosto a ridosso del nostro soggetto, ma se ci avviciniamo troppo, corriamo il rischio di rendere il volto del soggetto più simile ad una caricatura e il suo corpo molto vicino ad una marionetta, se ripreso dall’alto la testa del soggetto potrebbe risultare enorme rispetto al corpo, mentre scattando dal basso, otterremmo il tragico “effetto fiammifero”, gambe lunghe e sfuggenti e testolina insignificante. Ma se usati con giudizio, ad esempio componendo con attenzione, i grandangoli possono regalarci ritratti molto dinamici e per nulla scontati. Ricordiamoci anche che con un grandangolo il concetto di “scarsa profondità di campo”, praticamente, non esiste, per cui componiamo il nostro scatto considerando che tutti gli elementi risulteranno a fuoco.

Giovane cammelliere nel deserto del Thar. Per questo ritratto ho scelto un 24mm, in modo da poter includere sia il dromedario, sia quel tanto che bastava di deserto per contestualizzare meglio il soggetto. Il rischio è quello di sottovalutare le distorsioni prospettiche introdotte da lenti grandangolari, per questo, se scegliamo un obiettivo tra i 20mm e i 35mm, non facciamo le cose di fretta
Obiettivi “normali”
Con normali di solito si intende focali attorno ai 50mm. Un 50mm offre ancora una discreta possibilità di includere un po’ di ambiente e contemporanei affranca dalle distorsioni prospettiche, tipiche delle focali più corte. Personalmente questa focale non mi intriga, nonostante consenta di scattare un ritratto con una certa semplicità. Mi spiego meglio: i 50mm, per i miei gusti, non offrono una profondità di campo abbastanza ridotta, ma nemmeno un angolo di ripresa tale da includere abbastanza ambiente. Per cui, solitamente, opto per una scelta più radicale, o scendo, e uso un grandangolo, o salgo, e pesco tra un tele moderato o un vero e proprio tele, Questo però non significa che i 50mm non siano adatti per i nostri propositi, al contrario, spesso sono la soluzione più valida, perché magari la scena non offre molta possibilità di allontanarsi dal soggetto, condizione necessaria impiegando un tele.

Autista himachalo in una dhaba sulla Leh-Manali. Il 50mm mi ha tolto le castagne dal fuoco, considerato che lo spazio per muoversi non era moltissimo. Non avendo a disposizione una PdC ridotta, come quella offerta da una focale più spinta, ho posizionato il soggetto davanti ad un fondo che non incombesse troppo.

Proprietario di dhaba sulla Leh-Manali. Montando un 50mm ho dovuto comporre con molta attenzione, poiché molti elementi sarebbero risultati a fuoco. Non potevo correre il rischio che l’ambiente fagocitasse il soggetto. Il 50mm, inoltre, ha inquadrato una scena sufficientemente ampia, contestualizzando meglio il soggetto. Composizione rigorosa e illuminazione attenta rendono questo ritratto ben riuscito.
L’85mm, il principe delle lenti da ritratto
L’85mm merita un paragrafo tutto per sé. Lui è davvero il principe, se non addirittura il re, degli obiettivi per scattare un ritratto. Offre risultati assolutamente privi di distorsioni o di schiacciamenti prospettici – i puristi dicono che scattando a circa 2m dal soggetto si ottiene un ritratto con una resa molto simile a quella che si avrebbe guardandosi riflessi allo specchio (provare per credere). Se poi scegliamo un modello di qualità, il bokeh (lo sfocato) potrebbe anche raggiungere una qualità capace di mozzare il fiato. Se intendete lanciarvi nella fotografia di ritratto, non potete non possederne uno.

Guardia sikh del Tempio d’Oro di Amritsar. Potere di uno sguardo magnetico e di un 85mm da un sacco di soldi.
Teleobiettivi
Le focali tra i 120mm e i 200mm offrono una profondità di campo molto ridotta, perfetta per scattare ritratti dove il soggetto si stacca molto bene dal fondo.La difficoltà di impiegare focali lunghe è nel fatto che è necessario scattare ad una certa distanza dal soggetto, almeno un paio di metri per ritratti testa/spalle, ma molto di più se intendiamo ottenere tagli testa/bacino – anche sei o sette metri! – questo non solo spesso non è possibile, ma a volte rende difficile stabilire quel certo rapporto col nostro soggetto.

Giada per Tucano Urbano – Usando un 200mm ho praticamente tagliato fuori l’ambiente, che si è ridotto a quelle piccole macchie di luce, molto sfocate, alla sinistra di Giada. Per ottenere questo taglio in macchina, ho dovuto scattare a circa tre o quattro metri dalla modella.
Piccoli trucchi pratici
Per un ritratto canonico, cerchiamo di usare diaframmi aperti, che ci offrono una profondità di campo ridotta e quindi producono ritratti dove il soggetto risulta ben isolato dal fondo, per la focale… rileggiamo sopra – ah ah ah.
Se abbiamo a che fare con più di un soggetto, evitiamo di usare focali superiori ai 50mm e cerchiamo di non impiegare diaframmi più aperti di f./8, così eviteremo di avere qualcuno a fuoco e qualcuno no.
Se non stiamo scattando su un fondo neutro, poniamo MOLTA attenzione a quanto l’ambiente inquadrato incomba sul soggetto.
Se non stiamo scattando per noi stessi, ma per il soggetto, evitiamo focali piccole e se abbiamo un 85mm, montiamolo senza remora e impostiamo un diaframma tra f./2,8 e f./5,6.
Attenzione a quello che mettiamo a fuoco, più la focale è lunga e il diaframma aperto e meno cose risulteranno a fuoco. Spesso, con un 200mm a f./2,8, basta che il soggetto si ponga di tre quarti perché l’occhio lontano risulti fuori fuoco.
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