Varanasi, ecco un grande classico dei photo tour dedicati all’India del nord. Kashi, Bengasi, Benares… ognuno lo chiami come meglio crede, Varanasi resta una delle (mie) mete preferite per un viaggio fotografico in India.

© Walter Meregalli -Alba sul Gange, abluzione sacra
Varanasi e’ l’India.
Se non sei stato a Varanasi, non sei stato in India… ho sentito più volte ripetere questa frase e devo dire che, con tutte le tare del caso, in parte è pura verità.
Varanasi incarna per noi europei quell’India e non vederla significa perdersi davvero molto di quell’India , fatta di tradizioni millenarie, esotica ed estrema.
Vi avverto – e permettetemi di farlo, a Varanasi ci sono stato più e più volte e continuo a tornarci – Varanasi è estrema! Bisogna andarci preparati e bisogna prepararsi ad incontrare una città stratificata, ed ogni strato è un mondo da scoprire. Varanasi e carica di colori, carica di odori, carica di suoni, dall’alba al tramonto, senza fine, senza possibilità di sottrarsi, fosse anche per tirare il fiato una mezz’ora.
Fotograficamente parlando, Varanasi è colore puro, è luce pura – qualsiasi sia la stagione che scegliate per visitarla. Ogni angolo della città vecchia è un possibile scatto memorabile, ogni inquadratura è unica.
Come arrivare a Varanasi
In aereo da Delhi, con un’ora di volo circa e poco meno di 100 euro, o in treno, per chi vuole sperimentare il favoloso mondo dei treni indiani . Raggiungere in treno Varanasi da Delhi può tenervi impegnati anche 17 ore, ma per un viaggiatore in cerca di spunti, è tutta vita e per un fotografo anche di più Il costo di un biglietto di 2ª classe a/c di andata Delhi-Varanasi può non arrivare ai 10 euro, ma, credetemi, ne vale la pena.

© Walter Meregalli – Venditore di canne da zucchero, il ganne ka ras wala
Dove alloggiare a Varanasi
Personalmente scelgo solo alberghi sul Gange. Ce ne sono per tutte le tasche, ma se cercate sistemazioni di lusso, temo di dovervi deludere, ne troverete al massimo un paio. Quello che invece non troverete affatto sono hotel all’americana, per contro, attenti alle stamberghe, perché sul Gange, riescono a toccare livelli di indecenza pressoché assoluta.
Tutto accade sul fiume sacro e abbandonare per qualche giorno i comfort offerti dagli alberghi delle grandi catene internazionali che stanno nel Cantonment, a 40 o 50 verso le periferie di nuova costruzione, è un sacrificio che si trasforma sempre in beneficio. Personalmente, voglio potermi svegliare soltanto mezz’ora prima della puja del mattino – che avviene attorno all’alba – uscire a fotografare e rientrare con i miei scatti per colazione. Questo me lo consente soltanto un albergo direttamente sui ghat o poco distante dal Gange, di certo non i vari Mariott o Golden Tulip o Best Western. Tutto accade nella città vecchia – Gowdawlia – per cui vale la pena prendere alloggio lì. La fregatura nella città vecchia è dietro l’angolo, credetemi, davvero dietro ogni angolo, ma ho scovato un paio di hotel decenti, puliti e molto accoglienti, proprio sul Gange. Il Rashmi Guest House – Palace on the River – a Man Mandir Ghat e il Palace on the Gange, ad Assi ghat, costano un po’ di più della media degli alberghi che potete trovare nella città vecchia, ma vi assicuro valgono la pena. Sono puliti e il servizio è decoroso.

© Walter Meregalli – Bimba nei vicoli della città vecchia (Varanasi)
Cosa fotografare a Varanasi
Difficile trovare qualcosa che non valga la pena di fotografare a Varanasi. Provo però a buttare giù un elenco, sapendo in partenza di fare una cosa che non è minimamente esaustiva:
ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE:
Le attività sul fiume all’alba: affittate una barca a remi, mettetevi d’accordo la sera prima, date un anticipo al barcaiolo e fatevi portare lungo il fiume al sorgere del sole. Allungategli una lauta mancia e lo svogliato barcaiolo remerà anche contro corrente.
La città vecchia al mattino presto, quando le stradine sono ancora deserte e la gente si prepare per la giornata.
I ghat e tutta l’umanità varia che sui ghat si dà appuntamento dall’alba al tramonto
Il Kashi Vishwanath Temple, il Durga Temple o Tempio delle Scimmie, la moschea Alamgiri e il Parshwanath Temple, tempio jainista.
Le puje serali, che avvengono su terrazze che si affacciano sul fiume e in particolare la Ganga Arti, la puja che si tiene nei pressi del ghat più importante, il Dashashwamedh Ghat – meglio informarsi per tempo e muoversi con un po’ di anticipo, considerando che gli indiani non sono mai molto affidabili in termini di orari, anche qui, una lauta mancia alla vostra guida locali vi assicurerà i posti migliori.
I negozi e i vicoli di Gowdawlia.
Il bazar nella piazzetta prima di Dashaswamedh Ghat
Io non fotografo le cremazioni al Manikarnika Ghat (!), voi siete liberi di farlo. Vi basterà allungare qualche centinaio di rupie a chi vi ha accompagnato fino a lì e di sicuro vi troverà un posto a pochi passi dalla pira. Gli indiani di fede hindu hanno un rapporto con la morte molto diverso da quello che mediamente può avere un europeo e non si scandalizzano se vorrete fotografare il fuoco sacro. Nel caso decidiate di farlo, ricordate sempre che si tratta di una cerimonia funebre e non di uno spettacolo circense. Io preferisco non fotografare le cremazioni.

© Walter Meregalli – Il Manikarnika Ghat, il ghat delle cremazioni visto dal Gange
Varanasi è una città piuttosto piccola, per gli standard indiani (6 milioni di abitanti) e per gli standard fotografici lo è ancora di più, tutto ciò che può essere interessante fotografare si condensa in un dedalo di vicoli addossato al Gange. Potrei passarci settimane e avere ancora voglia di restarci. Dovendo fare i conti con il calendario, vi consiglio un minimo di tre giorni e un massimo di cinque. Sono pronto a mettere per iscritto che, al netto delle vostre capacità, tornerete a casa con scatti memorabili.
Il costo di una vacanza fotografica a Varanasi non è assolutamente impossibile da affrontare, ma ovviamente, vi consiglio di pianificarlo come parte di un viaggio più ampio attraverso l’India. Il periodo migliore per recarsi a Varanasi è quello che va da marzo a maggio, poi i monsoni in estate rendono il clima un po’ pesante.
Per andare in India serve un visto che si ottiene recandosi al consolato a Milano o all’ambasciata a Roma, il costo è tra gli 89 euro per la versione elettronica da 2 mesi e 124 per quella tradizionale, valida sei mesi, con la possibilità di entrare ed uscire dal paese tutte le volte che vi va.
Io organizzo spesso photo tour a Varanasi e se la cosa potesse interessarvi, tenete d’occhio il mio sito Photo Avventure, oppure mandatemi una mail.
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Se invece cercate ispirazioni fotografiche, vi consiglio questo splendido libro fotografico del fotografo indiano Raghu Rai, “Varanasi, portraits of a civilization”

“Varanasi: portraits of a civilization”
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