Come sempre dopo due giorni di workshop – colgo l’occasione per fare di nuovo i complimenti al gruppo che ha partecipato – torno e mi chiedo: cosa ho imparato io?
Forse non si tratta proprio di cose che ho imparato in questi due giorni, ma di certo, avendole ripetute di continuo, mi sono rimaste in testa ed eccole…
NON CERCHIAMO PER FORZA LA BELLEZZA I fotografi mediocri si rifugiano in tramonti perfetti, cieli azzurri, fiori, ecc. I fotografi che hanno qualcosa da dire vanno oltre e si confrontano con l’insolito
SMETTIAMO DI GUARDARE E IMPARIAMO A VEDERE Gli scatti migliori nascono prima in testa e poi in macchina. Vedere è la chiave, guardare è nella semplice natura dell’uomo. Vedere è una dote molto personale, che si può allenare, che si deve allenare, che ci farà fare il salto, come fotografi.
PROVARE E RIPROVARE Mai darsi per vinti, mai arrendersi. Arriviamoci prima col cuore e poi colmiamo la misura, nel caso serva, con la tecnica.
COGLIAMO L’ATTIMO In certi casi uno scatto splendido è separato dalla pura intenzione da un solo attimo e il fotografo deve essere pronto per cogliere quell’attimo, che sia quando la luce cambia inaspettatamente, quando due amanti si baciano, quando il senzatetto ci tende la mano, ecc.
NON SEMBRE CIÒ CHE È BELLO È PERFETTO Molti scatti vivono di imperfezione.
IMPARIAMO DAGLI ERRORI Prima di cancellare per sempre gli scatti venuti male, interroghiamoci sulla ragione per la quale non ci è venuto quello che ci prefiggevamo – esposizione sbagliata, tempo troppo lungo, composizione approssimativa, inquadratura sbagliata, focale non adatta, ecc.
I GRANDI SCATTI NON SEMPRE SONO FRUTTO DI UN SOLO ED UNICO TENTATIVO Anche i grandi scattano più fotografie della stessa scena e poi scelgono. Non facciamoci travolgere dall’ansia dello scatto buono alla prima, sperimentiamo con taglie e inquadrature.
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