
Nel post precedente (“Come l’esposimetro vede il mondo“) abbiamo cercato di spiegre in poche parole il funzionamento dell’esposimetro che monta la nostra macchina fotografica, oggi proviamo a capire quale tra le modalità più comuni di misurazione della luce ci conviene usare e quando.
Intanto, le modalità di lettura del nostro esposimentro sono:
a matrice
media pesata al centro
spot
Sbarazziamo subito il campo da una possibile confusione: NON ESISTE UNA MODALITA’ MIGLIORE DI ALTRE, esiste però la modalità che ci dà il risultato più corretto a seconda della scena che stiamo inquadrando.
MODALITA’ A MATRICE Negli anni è stata battezzata anche multisegmento o valutativa, tutti termini che lasciavano capire più o meno il tipo di lettura che faceva la nostra fotocamera… Nella modalità a matrice, infatti, la macchina fotografica prende in considerazione tutta la scena inquadrata, dividendola in tante aree (i modelli top di gamma contano fino a 91 mila pixel sui quali fare i conti), quando attiviamo l’esposimetro – generalmente premendo a metà corsa il pulsante di scatto – la macchina analizza la quantità di luce rilevata in ogni area e la confronta con archivio di soggetti memorizzati nel processore interno (alcuni modelli sono in grado di comparare le letture con circa 40/50 mila scene di riferimento).
La tecnologia ha fatto passi da gigante in questo settore e ormai le macchine fotografiche sono in grado di analizzare scene molto complesse con molto meno margine di errore e di generare una lettura molto accurata – i costruttori hanno poi completato il funzionamento della modalità a matrice con la capacità di tener conto della distanza dal soggetto principale e altre amenità varie.
La matrice è un ottimo metodo di misurazione, ma dobbiamo capire che non è infallibile, anche se ormai sa il fatto suo in quasi tutte le situazione. Naturalmente l’accuratezza della matrice non è sempre sinonimo di belle fotografie e ancora meno è indice del fatto che la macchina fotografica sia in grado di leggere le nostre intenzioni e trasporre in termini di coppia diaframma/tempo quello che abbiamo in mente di rendere. Di certo ci dà una grande mano…
Il mio consiglio è quello di non provare la matrice su soggetti facili, ma di spingere le caratteristiche della nostra macchina ai limiti e vedere come reagisce, soprattutto per imparare a regolarci ed eventualmente a compensare le letture.
La matrice funziona di solito molto bene quando riempiamo l’inquadratura e quando scattiamo di notte.
MODALITA’ PESATA AL CENTRO Qualcuno di noi, parlando di modalità a matrice, avraà cominciato a storcere il naso, dicendo “sì, però legge tutta l’inquadratura…” ed ecco allora una delle modalità tradizionali che ci viene subito in soccorso.
La modalità pesata al centro – o media ponderata – è una particolare modalità di lettura selettiva che prende sì in considerazione sempre tutta l’inquadratura, ma da un valore maggiore alle aree di lettura che si trovano al centro della scena, con un’estensione che piuò andare ad una copertura del 60/70% dell’intera inquadratura.
Per cui, in parole povere, per la nostra macchina, in lettura pesata al centro, quello che sta ai bordi dell’inquadratura vale meno di quello che posizioniamo al centro.
Va da sé che dobbiamo essere noi a capire quando passare in questa modalità di lettura. Ad esempio con un soggetto centrale in controluce, questa modalità ci può aiutare a moderare la sottoespoesizione creata dalla forte luce che troviamo ai bordi della scena, senza però per questo bruciare le aree esterne.
Quasi tutti i modelli indicano chiaramente nel mirino l’estensione del cerchio centrale delle aree alle quali la macchina fotografica dà maggior peso in fase di lettura della luce.
Questa modalità funzione molto bene quando il soggetto al centro non è particolarmente grande e quando è circondato da aree periferiche molto chiare o molto scure.
MODALITA’ A SPOT Questa è l’estremizzazione della lettura centrale. Nella modalità a spot l’area di lettura è ridotta ad un 2/4% dell’inquadratura – il resto, ai fini della lettura esposimetrica, non ha valore alcuno.
Nella maggior parte dei modelli lo spot di riferimento è il centro del mirino, ma nei modelli migliori, il fotografo può spostare a seconda delle necessità il punto in cui la macchina prende la luce.
Si tratta di una modalità piuttosto difficile da usare bene, ma che, una volta imparato, ci può dare grandissime soddisfazioni – controluce, soggetti con gamme di contrasto elevate, ecc.