
Durante un workshop di fotografia la scorsa settimana mi sono accorto di una cosa, nonostante avessimo a lungo toccato l’argomento teoricamente, i partecipanti tendevano a fare lo stesso errore, almeno inizialmente: componevano le inquadrature caricandole di elementi.
Errore tipico. Tipico di chi ha cominciato a fotografare da poco e di chi, al di là dell’esperienza, liquida il tempo dedicato alla composizione in maniera sbrigativa.
Quando inquadriamo la nostra scena, cerchiamo di tenere a mente che il compito di chi scatta, quando compone, è quello di guidare l’occhio di chi poi guarderà e una tecnica che non ci lascerà mai a piedi è quella di semplificare.
Rendiamo il cammino dell’occhio facile, togliamo elementi, semplifichiamo L’inquadratura, offriamo appigli compositivi per guidare chi guarda.
Spesso, se non addirittura sempre, le inquadrature più semplici sono quelle che funzionano meglio e tramettono di più . Semplice non significa banale, e questa è la sfida. Sulla carta – e sullo schermo – è una sfida che sembra facile da vincere, ma poi, quando ci troviamo là fuori, con l’occhio schiacciato contro il mirino e magari la fretta e l’ansia di perdere lo scatto, tutto un po’ si complica, è vero, ma NON dimentichiamo, la chiave per costruire un buon scatto è nella semplicità dell’inquadratura, che si ottiene limitando gli elementi ritratti e usando schemi compositivi chiari.

#tecnicafotografica #Inquadratura #workshopfotografico #Fotografia #composizione #WalterMeregalli #scena #semplicità #fotografiadigitale