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Story telling fotografico: come scegliere le storie da raccontare

Scatto che fa parte di un progetto fotografico che racconta dieci donne legate ad un quartiere di Milano e le loro storie


“Non esiste una storia che non meriti di essere raccontata”… ero a pranzo con un amico giornalista e scrittore e alla fine ci siamo sorpresi entrambi nel trovarci d’accordo su questo: non esiste una storia che non valga la pena di essere raccontata, se troviamo la chiave narrativa per farlo, naturalmente.

Questo vale anche in fotografia. Molti di voi si accontentano di fare delle foto delle vacanze migliori, altri inseguono il sogno del fotografo documentarista, anche se soltanto come hobby e, anche se soltanto come hobby, è divertente scovare storie fotografiche da raccontare e imparare a raccontarle – proprio come un professionista, al di là di dove andranno i vostri scatti.

Scegliere una storia è il primo passo importante. Ma come dove cercare le nostre storie da raccontare? Che linguaggio dobbiamo usare per raccontarle in modo interessante? Muoviamoci con calma!

“E adesso!? Adesso cosa diavolo racconto!?”… me lo chiedo spesso, credetemi.

Non c’è una risposta precisa a questa domanda così personale. Esistono categorie narrative dentro le quali cercare o, attraverso le quali, mettere a fuoco il soggetto della nostra narrazione e scovare la prossima storia fotografica alla quale dedicarci.

Livello di interesse di una storia:

  1. Capacità narrative dell’autore

  2. Soggetto scelto

Due aspetti determinano il livello di interesse che la nostra storia può suscitare: la nostra capacità di narrare fotograficamente, data dal linguaggio fotografico, dalla tecnica e dall’approccio;  la scelta del soggetto, che gioca un ruolo fondamentale, soprattutto in rapporto al pubblico potenziale al quale ci riferiamo.

Ad esempio, se scegliamo di raccontare i negozi di un particolare quartiere, al di là della nostra obiettiva capacità di rendere i soggetti interessanti dal punto di vista fotografico, il soggetto risulterà molto più interessante e gradito alla comunità che ruota attorno al quartiere. Parlando alla comunità del quartiere, possiamo omettere tutta una serie di scatti introduttivi, che risulterebbero scontati, ovvi e possiamo invece dedicarci a documentare la quotidianità, magari attraverso scatti dal sapore più intimo. Se invece intendessimo allargare lo stesso progetto ad un pubblico meno omogeneo e meno vicino al quartiere, saremmo per forza obbligati a includere scatti che in qualche modo presentino il mondo che andiamo a ritrarre o magari usare un punto di vista più universale e meno didascalico, ad esempio provare ad incentrare  il racconto fotografico sul contrasto, che è decisamente più universalmente compreso tra il  moderno contrapposto al tradizionale o esaltare la caratteristica di mestieri in estinzione. Come vedete il soggetto rimarrebbe lo stesso, i negozi del quartiere, ma l’approccio e lo sviluppo sarebbe completamente diverso, declinato sulle aspettative di un pubblico più eterogeneo.

Scatto preso da un progetto personale dedicato ai treni indiani


Categorie di storie

Raggruppare le storie per categorie è un’abitudine che ci può tornare molto utile nel momento della scelta. Esistono storie che parlano di:

  1. Persone

  2. Luoghi

  3. Oggetti

  4. Attività

  5. Collezioni (o oggetti simili tra loro)

  6. Istituzioni

Queste possono essere le aree dalle quali partire. Alle categorie oggettive, possiamo associare delle caratteristiche narrative, che possiamo incrociare a piacimento per approdare ad una storia interessante – o per lo meno potenzialmente interessante

Ecco alcune caratteristiche narrative che uso:

  1. Universalità Esistono temi universali – ad es. pace, amicizia, amore, le stagioni, il tempo, vecchiaia, giovinezza, ecc. – questi temi riscuotono spesso interesse, ma rischiano di portare la narrazione verso il cliché. Attenzione!

  2. Prossimità geografica Vicinanza con la comunità, ad esempio storie locali

  3. Prossimità temporale Il soggetto è molto attuale

  4. Unicità Il soggetto è unico, singolare, non è mai stato trattato, è stato poco trattato, è stato trattato in modo diverso, ecc.

  5. Estraneità geografica Il soggetto è (molto) distante dalla comunità di riferimento (ad es. un documentario sulla vita in una dispersa valle del Dolpo, nel Nepal del nord)

  6. Estraneità temporale Il soggetto vive in un tempo lontano, ci sono soggetti, poi,  che non hanno tempo.

  7. Conflitto Qualsiasi conflitto attira, il conflitto non deve per forza essere fisico. Minacce, disagi, denuncia, ecc.

  8. Celebrità Le celebrità – concetto del tutto relativo – hanno sempre un certo appeal, attenzione a trovare chiavi di narrazione singolari

  9. Riscoperta Riscoprire luoghi, proporre luoghi (comuni) con un tono di voce diverso è di per sé un progetto interessante.

Proviamo ora a fare un esercizio, proviamo a scegliere una delle categorie del primo elenco, ad esempio “attività” e una delle caratteristiche narrative del secondo elenco, ad esempio “celebrità”. La nostra storia potrebbe essere un progetto fotografico dedicato agli hobby dei politici, e se volessimo aggiungere un’ulteriore caratteristica narrativa potremmo usare “prossimità geografica” e circoscrivere i nostri soggetti alla giunta comunale cittadina, ad esempio. Provate ora a creare possibili progetti – non importa quanto realizzabili – semplicemente incrociando categorie e caratteristiche.

Provate ora a distinguere a quale tipologie di storie appartengo e quali caratteristiche hanno (fingendo di pensare ad un pubblico potenziale di Milano) i seguenti progetti:

  1. “porte di Kathmandu”

  2. “i mestieri del passato che sopravvivono alla città di Milano”

  3. “le stagioni nella Tuscia viterbese”

  4. “la scuola vista dalla prospettiva di uno scolaro di sei anni”

Vediamo un po’…

  1. “Le porte di Kathmandu” Luoghi, oggetti, collezioni – estraneità geografica (presupponendo che si parli ad un pubblico italiano), unicità

  2. “I mestieri del passato che sopravvivono a Milano” Persone, luoghi, attività – prossimità geografica, universalità

  3. “Le stagioni della Tuscia viterbesi” Luoghi – riscoperta, prossimità geografica, unicità

  4. “La scula vista da uno scolaro di sei anni” Persone, luoghi – riscoperta

Come vedete combinando categorie e caratteristiche si possono trovare storie interessanti con una punta di unicità.

Concludendo…

La scelta della storia da raccontare è il primo importantissimo passo da compiere, una scelta fondamentale, dalla quale dipende molto del successo finale. Non basta essere bravi storyteller, bisogna anche saper scegliere le storie da raccontare e questa è un’attività, che, come le altre, si può migliorare e affinare con pratica e allenamento.

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