
Tecnica e composizione, oltre che ad un soggetto decisamente evocativo. La ricetta per un buon scatto, che nasce in macchina e non tra le funzioni di Photoshop
Ho cominciato a fotografare usando macchine a pellicola, che naturalmente non permettevano di sbirciare come sarebbe venuto lo scatto. Purtroppo per quello era necessario aspettare, qualche ora o addirittura una settimana, a seconda del tipo di rullino e del laboratorio. Ricordo l’ansia che stritolava i momenti che precedevano il fatidico ritiro. La pellicola non concedeva prove d’appello. La foto doveva venire in macchina, non c’era alternativa – e ricordo anche quante delusioni una volta ritirate le stampe o i telaietti delle diapositive, ma anche quanta gioia e soddisfazione.
Questo rendeva la fotografia un po’ meno democratica e più alla portata di tutti. Era necessario imparare la teoria e ricordarsela al momento dello scatto. Oggi la rivoluzione digitale ha avvicinato molti neofiti, che con qualche card alle spalle si considerano già fotografi provetti – se non semi-professionisti. Personalmente sono contento che sempre più gente trovi la fotografia meno oscura e meno ostica, ma questa leggerezza e questa semplicità fa sì che molti saltino a piè pari la tecnica.
“Tanto poi la sistemo con Photoshop…” Intendiamoci, Photoshop non è il male supremo, tutt’altro, Photoshop è un grandissimo aiuto per il fotografo, ma non può essere sempre e comunque la via designata per uno scatto. La fotografia NON è soltanto tecnica e la tecnica la imparano anche i muli. La fotografia è anche occhio e cuore. Però la tecnica è fondamentale e va studiata, mandata a memoria. Sembrerò un vecchio trombone, ma una buona fotografia passa prima per la conoscenza della tecnica e solo in ultimo, e non così necessariamente, per le funzioni di Photoshop.
Cerchiamo di scattare le nostre foto come se il piccolo visore sul dorso non esistesse, evitiamo di pronunciare il mantra tanto poi la sistemo, ogni volta che premiamo il pulsante di scatto. Usiamo la testa – giusto per citare un altro grande fotografo “Prima pensa, poi scatta”. Componiamo con attenzione. Cerchiamo di ottenere lo scatto che abbiamo in mente già in macchina.
Photoshop non significa per forza imbrogliare. Il fotoritocco ha da sempre fatto parte della fotografia e Photoshop altro non è che la moderna camera oscura digitale, ciò non significa che si possano ignorare le regole di base per una buona foto e sperare di raddrizzare il guazzabuglio a colpi di Photoshop. Personalmente non amo gli interventi da fantascienza, del tipo togli questo, metti quello, ma soprattutto per chi scatta in RAW, Photoshop rappresenta un passaggio necessario, in RAW la macchina salva infatti soltanto le informazioni dell’immagine e non vengono apportati aggiustamenti.
Photoshop è un’ottimo strumento per:
tagliare
bilanciare il colore
aggiustare il contrasto e la saturazione
aggiustare l’esposizione
convertire in bianco e neoro
bruciare e mascherare aree dello scatto
Certo è possibile fare molto e molto di più, ma poi il confine tra fotografia e fantascienza comincia a farsi flebile.
La fotografia non Photoshop. Photoshop è un ottimo aiuto per fare della buona fotografia, che però parte da ben prima, dalla macchina fotografica. Sfogliando le riviste di fotografia un piccolo rammarico mi resta, perché viene sempre più dedicato spazio a come sistemare uno scatto con Photoshop o altri software di fotoritocco e meno a come ottenere lo scatto prima?
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